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Recensione : The Waterboys – Modern Blues

Album non solo per i vecchi fan di Scott, "Modern Blues" è un lavoro riuscito ed estremamente affascinante, fresco e composto da una manciata di brani bellissimi.

The Waterboys – Modern Blues

Torna una band storica del panorama rock internazionale, gli scozzesi The Waterboys di Mr. Mike Scott, personaggio affascinante e talentuoso musicista, protagonista di album memorabili, specialmente nel decennio ottantiano.

Partiti nel 1983 con l’omonimo album di debutto, la band rifilò, tra il 1984 e il 1988 tre capolavori come “A Pagan Place”, il bellissimo “This Is The Sea” e quello che da molti è considerato il capolavoro assoluto del gruppo “Fisherman’s Blues”, stupendo affresco di rock/folk irlandese, composto nel periodo in cui Mike visse a Dublino.
Gli ultimi vent’anni hanno visto alternarsi album più o meno riusciti e moltissimi musicisti che, girando attorno allo zoccolo duro della band (Mike Scott ed il violinista Steve Wickham), hanno mantenuto vivo lo spirito non convenzionale che ha sempre animato il musicista scozzese, libero di impregnare la musica ora di folk, ora di rock ora di blues, sempre straordinariamente interpretata dalla sua inimitabile voce passionale e sanguigna.
Archiviate le celebrazioni ed il tour per l’uscita di “Fisherman’s Box” (raccolta di demo e rarità scritte all’epoca di “Fisherman’s Blues”), Mike è volato a Nashville per le registrazioni di questo nuovo lavoro, lasciando che, questa volta, sia il blues a prendere il comando sul songwriting del gruppo, nuovamente ispiratissimo, e che regala momenti di straordinaria eleganza, dove il rock della band si confronta con la tradizione americana, avvolgendo l’ascoltatore in un abbraccio di suoni e profumi a stelle e strisce.
Modern Blues conferma l’eclettismo del suo leader e quello di un gruppo che nella propria carriera non ha mai fatto un disco uguale all’altro, oltre allo smisurato talento nell’assimilare le caratteristiche di ogni genere con cui si è misurato, offrendo ai fan ancora una volta un’ora di grande musica, forse la migliore degli ultimi anni.
E’ un hammond settantiano, lo strumento che rivaleggia con il violino di Steve Wickham su questa decina di songs, a delineare un viaggio che Mike percorre insieme ad un gruppo di musicisti sopra le righe, coinvolgendo gli ascoltatori con un’eleganza fuori dal comune, tra ballad e songs dove la corrente elettrica si disperde in un alone di magia.
La voce ci trasporta tra le note di Destinies Entwined, November Tale, la sanguigna Still A Freak, la pura poesia di The Girl Who Slept For Scotland, il blues sporco e alcoolico di Rosalind You Married The Wrong Girl,la stradaiola Long Strange Golden Road, omaggio alla frontiera americana, brano dal forte impatto “on the road” e picco del lavoro, ripetuta in versione acustica per concludere questo stupendo ritorno della band scozzese.
Album non solo per i vecchi fan di Scott, Modern Blues è un lavoro riuscito ed estremamente affascinante, fresco e composto da una manciata di brani bellissimi.

Tracklist:
1. Destinies Entwined
2. November Tale
3. Still A Freak
4. I Can See Elvis
5. The Girl Who Slept For Scotland
6. Rosalind You Married The Wrong Girl
7. Beautiful Now
8. Nearest Thing To Hip
9. Long Strange Golden Road
10.Long Strange Golden Road( acoustic version)

Line-up:
Mike Scott – guitar, vocals, piano
Steve Wickham – electric fiddle, mandolin
Ralph Salmins – drums
Brother Paul – keyboards
David Hood – bass
Zach Ernst – lead guitar

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