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Recensione : The Queen Is Dead Volume 67 – Vexillary / Dina Summer, Local Suicide, Kalipo

Puntata dedicata all'elettronica oscura e assai affascinante, partendo da New York con Vexillary e la sua techno con molti rimandi synthwave, per arrivare a Berlino con Dina Summer e il capolavoro italo disco ebm e darkwave intitolato non a caso " Rimini ". Danzare nelle tenebre.

The Queen Is Dead Volume 67 - Vexillary / Dina Summer / Local Suicide / Kalipo

The Queen Is Dead Volume 67 – Vexillary / Dina Summer, Local Suicide, Kalipo

Puntata dedicata all’elettronica oscura e assai affascinante, partendo da New York con Vexillary e la sua techno con molti rimandi synthwave, per arrivare a Berlino con Dina Summer e il capolavoro italo disco ebm e darkwave intitolato non a caso ” Rimini “.

Danzare nelle tenebre.

Vexillary

Secondo disco per il newyorchese Vexillary, il titolo è “ Crash and yearn “ e esce per Con:Trace. Vexillary ha pubblicato pochi mesi fa il suo debutto “ Full frontal lunacy “, un album che ha fatto sentire chiaramente che il ragazzo ha un’idea di techno molto ben precisa in testa, idea che porta avanti anche con questo disco. Il suo suono è composto da una techno mai eccessiva, con forti rimandi synthwave e darkwave, con un cantato particolare e un gran lavoro di sintetizzatori. Il disco ruota intorno alla storia di Icaro e della sua caduta, della sua maledizione di voler andare oltre, dove nessuno può osare, e da qui lo schianto.

Vexillary racconta benissimo la sua visione del mito usando una techno che non è mai eccessiva, e che viene usata per raccontare e per far ballare, riuscendo molto bene in entrambe le cose.

Il club adatto a Vexillary non è la canonica discoteca, ma un luogo aperto e oscuro al contempo, dove ogni cosa viene scoperta senza fretta, dove il destino arriva e bisogna essere pronti ad accettarlo, ognuno il suo. Come Icaro il produttore americano spinge la sua musica ai limiti, una musica sensuale, affascinante e che possiede il dolce fascino di ciò che è maledetto. “ Crash and yearn “ piacerà ad un pubblico trasversale, partendo dagli amanti della techno non convenzionale agli adepti dell’ebm, setta oscura sempre in movimento nell’oscurità.

La produzione è ottima, i suoni sono originali e coinvolgenti, non si smette di essere attratti da un disco che è un’ottima seconda prova per un produttore prolifico e di qualità.

Dina Summer, Local Suicide, Kalipo

Cosa possono due tedeschi e una greca a Berlino ?

Semplice : una italo disco anni ottanta con fortissime radici ebm e synthwave, un disco che è un gioiello, forse il disco più bello di quest’anno.

Il lavoro si intitola non a caso “ Rimini “ ed è pubblicato da Audiolith Records. Di questi produttori avevamo già parlato su queste pagine, e la loro musica era una delle cose più belle ed originali ascoltate ultimamente, ma questo disco si supera.

Dina Summer vanta un bel passato di agitatrice new wave in Grecia, per poi muovere verso Berlino e conoscere il suo futuro marito Brax Moody con i quali forma i Local Suicide, ai quali si lega anche il bavarese Kalipo che militava nel gruppo electro punk Frittenbude e la banda è così al completo. I tre si incontrarono ad un rave nel 2013 ma è solo dal 2019 che cominciano a comporre musica assieme.

Il trio ha un tiro unico e questo disco lo dimostra in pieno. I suoni sono incredibili, come se l’italodisco avesse abbracciato in toto la sua anima nera, congiungendosi con la darkwave più martellante, per definire in maniera inequivocabile l’anima nera degli anni ottanta. Dina Summer ha una voce che fondo insieme i migliori canoni della new wave e dell’ebm, e la musica sotto è un miglioramento di ciò che si ascoltava negli anni ottanta e nei primi anni novanta. Si diceva Rimini non a caso nel titolo, perché è stata proprio la celebre cittadina romagnola la capitale di una certa italo disco, la meta di tante anime perse che si sono perse ancora di più in quel dancefloor che vibrava sia di giorno che di notte.

I nostri rendono benissimo quel sentimento anni ottanta e vanno oltre, con un meraviglioso lavoro di sintetizzatori, perdizione e pressoché totale assenza di speranza.

“ Rimini “ è un nuovo bellissimo episodio di qualcosa che è cominciato tanto tempo fa ed è talmente bello che non è ancora finito e si aggira tra gli ombrelloni tutto l’anno.

Capolavoro italo disco e oltre.

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