Dopo l’album omonimo di debutto del 2009, i The Great Nostalgic (Abram Shook, Vincent Durcan, James Miller, Rachel Samartin) ritornano con il fresco e radioso Hope We Live Like We Promised, licenziato per la King Electric Records.
Ad aprire ci pensa la fresca e vivace Spirit World, con i suoi tagli ritmici e il suo scorrere imperturbabile. The Great Unknown mantiene la stessa solarità e lascia che sia la chitarra a dettar le regole mentre Oyster And Pearl, breve e fragile pezzo, apre le porte a Morning Light che, con piglio da pop zuccheroso, si lascia poi trasportare dalla fantasia, mutando e rivoltandosi su se stessa svariate volte. Islands, più nervosa e ritmica, esplode di buon umore e vivacità, ricordando tonalità un po’ alla Vampire Weekend o alla The Drums. Portuguese Lessons, introdotta dal pianoforte, assume umori più introspettivi, ma Wilderness, subito dopo, recupera tutta la grinta in un attimo. Ink Spots, partendo da una cassa in 4/4 abbastanza energica, cresce aumentando il numero di strumenti musicali, coinvolgendo l’ascoltatore. 1993, invece, più quieta e dilatata, rilassa e culla, soprattutto nel finale corale e sognante. Neighborhoodlums è un breve canto corale che rapidamente lascia spazio alla successiva Mohair Sweater che, continuando su toni più pacati e quieti, ci introduce a Empty Hands, delicata e un poco simile alle sonorità dei Kings Of Convenience. Scrapbook, vorrebbe mantenere la linea precedente, ma, non potendosi trattenere, esplode in solari chitarre ritmiche. Infine Hustlers And Junkies, recuperando totalmente la vitalità della prima metà dell’album, chiude l’opera.
Hope We Live Like We Promised si attesta su una buona media qualitativa. E’ un’interessante calderone di pop, indie rock, sguardi al passato, energia e pensieri positivi. Le canzoni sono vivaci, ben suonate e ben strutturate. L’originalità c’è, nonostante i molteplici riferimenti all’universo indie rock/indie pop attuale o a David Bowie (per citare il più riconoscibile). Ci si potrebbe lamentare che 14 canzoni sono forse un po’ troppe da ascoltare tutte in un fiato e che forse manca quel “di più” che li catapulti direttamente sui grandi palchi, ma del lavoro fatto ci si può già accontentare ampiamente. Per i nostri quattro il successo è dietro l’angolo e ci auguriamo che possano raggiungerlo. Nel frattempo godiamoci questo interessante disco, fresco come la primavera alle porte.
TRACKLIST:
01. Spirit World
02. The Great Unknown
03. Oyster And Pearl
04. Morning Light
05. Islands
06. Portuguese Lessons
07. Wilderness
08. Ink Spots
09. 1993
10. Neighborhoodlums
11. Mohair Sweater
12. Empty Hands
13. Scrapbook
14. Hustlers And Junkies
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