Dopo quattro anni di attesa torna una delle più notevoli esperienze musicali italiane di sempre, The Bloody Beetroots, aka Sir Bob Cronelius Rifo aka Simone Cogo da Bassano Del Grappa.
Da quando ha cominciato questo progetto nel 2006 molte cose non sono state più le stesse nel mondo dell’elettronica e in quello del rock, e The Bloody Beetroots è una fonte di ispirazione per molti, ma soprattutto è un’inesauribile forma di divertimento. Di acqua ne è passato molta sotto i ponti e le cose sono cambiate e questo disco fin dal titolo è una provocazione e una constatazione, dato che si rifà al film The Great Rock And Roll Swindle di Julian Temple, su quella grande truffa che furono i Sex Pistols, che segnarono in pratica con la loro stessa presenza la fine del punk. Sir Bob Cornelius Rifo provoca affermando che la sovraesposizione e la fruizione moderna della musica elettronica la sta uccidendo, ma ad ascoltare questo disco l’elettronica è molto viva e scalcia ancora.
La principale caratteristica di questo disco è l’incredibile moltitudine di stili e generi contenuti in The Great Electronic Swindle, qui potete trovare tutte le tendenze della musica elettronica, il rock e un po’ di metal sopratutto nell’attitudine, sempre molto punk hardcore, ovvero suonare e produrre quello che ti piace, non dando molta importanza al contorno o all’ortodossia. Elevato il numero degli ospiti, un parterre di qualità molto elevata, a partire dai Jet, passando per Maskarade, Perry Farrell, Greta Svabo Bach che qui è molto più di un ospite, il cantante dei In Flames Anders Friden, i britannici The Gallows… The Bloody Beetroots ha sempre avuto la grande capacità di trasformare la sua immensa mole di ascolti in brani e collaborazioni con ospiti che vengono sempre fatti rendere addirittura di più rispetto ai gruppi originari, un esempio su tutti è All Black Everything con i Gallows, un pezzo che va ben oltre l’ordinaria discografia del gruppo. The Bloody Beetroots ha sempre avuto un’importante connessione con il mondo dei fumetti, prima di tutto perché è una grande passione di Simone, poi per la maschera di Spider Man che indossa negli show, e anche per la splendida copertina disegnata da Tanino Liberatore il creatore di RanXerox, ma tutto ciò è solo il livello visibile, perché c’è qualcosa di ben più profondo.
Tutta la musica di The Bloody Beetroots è un immenso fumetto, una scenografia di una realtà altra, come quando si apre l’albo e si girando le pagine, entrando in un’altra dimensione che appaga molto più della vita reale. Anche negli altri dischi c’era un’ambizione di creare qualcosa di diverso, ma qui Sir Cornelius Rifo crea il proprio universo, con una gamma immensa di colori, sentimenti e suoni, qui il suono, il ritmo e l’umano sentire sono sovrani, dalla macchine solo amore.
Certo non è un mondo facile nemmeno questo, ma c’è il suono. E’ sempre divertente ed emozionante entrare nel mondo di The Bloddy Beetroots ma questa volta lo è ancora di più, questa è una grande sinfonia elettronica in più movimenti. Presente anche qualcosa di mainstream, ma qui è ancora più senza senso parlare di underground vs mainstream, qui c’è la visione musicale e di vita di un uomo che ha un sacco di idee, di passioni e uno sconfinato amore per la musica, e soprattutto è un immenso produttore, basta sentire pezzi come quello con Perry Farrell, il futuro dei Jane’s Addiction, perché sicuramente Bob è un grandissimo loro fan.
TRACKLIST
1 My Name Is Thunder (feat. JET)
2 Wolfpack (feat. Maskarade)
3 Nothing But Love (feat. Jay Buchana…
4 Pirates, Punks & Politics (feat…
5 Invisible (feat. Greta Svabo Bech) …
6 All Black Everything (feat. Gallows…
7 Irreversible (feat. Anders Friden) …
8 Enter The Void (feat. Eric Nally)
9 Future Memories (feat. Crywolf)
10 The Great Run
11 Kill or Be Killed
12 Saint Bass City Rockers
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