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Recensione : Subterranean Disposition – Contagiuum And The Landscapes Of Failure

Un lavoro che mostra una certa irrequietezza compositiva, rendendone l’ascolto stimolante, al di là di quello che può essere il gradimento per il genere specifico.

Subterranean Disposition – Contagiuum And The Landscapes Of Failure

Terry Vainoras è un musicista di un certo peso all’interno della scena doom australiana, essendo stato parte, sia pure in maniera fugace, di band come gli immensi Cryptal Darkness e della loro successiva incarnazione The Eternal, entrambe creature del più noto Mark Kelson, con il quale il nostro ha peraltro condiviso le sorti degli In Somnius Dei.

Contagiuum and the Landscapes of Failure è il secondo full length dei Subterranean Disposition, progetto solista del polistrumentista di Melbourne, il quale propone una forma di death doom ricco di spunti interessanti, a partire dalla collaborazione con Gelareh Pour, virtuosa di strumenti a corde come kemanchech e qeychak, tipici della sua terra d’origine, l’Iran.
La presenza di elementi di discontinuità rispetto ai canoni del genere si fa notare anche per la presenza del sax, che va ad impreziosire con il suo suono caldo due ottime tracce come Wooden Kimono Fixative e Aggressors Clothed as Victims (ottimo brano di chiusura in cui spicca anche una bella chitarra solista, strumento usato con una certa misura nell’arco dell’intero lavoro)
Inoltre, Vainoras non commette l’errore di molti sui colleghi che, volendo far quasi tutto da soli, ricorrono magari ad una drum machine, affidando invece il lavoro alle pelli al bravo Dan Nahum e avvalendosi anche del supporto vocale di Daniel Lucas dei portoghesi Painted Black.
Da questo quadro ciò che ne scaturisce è un disco di grande qualità, magari meno aderente agli stilemi tipici del genere ma, forse anche per questo, capace di rompere le difese che, per esempio, uno come me tende ad erigere allorché sente il suono di strumenti a fiato all’interno del proprio amato doom.
In un tracklist che va a lambire l’ora complessiva di durata, a brillare è sicuramente un brano come Embittered, al quale l’apporto della Pour, anche a livello vocale, conferisce un’aura particolare, ben diversa da quella tipica del doom estremo, andandolo ad ammantare di un substrato tra l‘etnico e lo sperimentale; la combinazione tra i passaggi rarefatti, in cui predomina l’operato della musicista di origine persiana, e le progressioni tipiche del death doom è la chiave di volta per la riuscita del brano e, a livello di intenti, anche dell’intero album.
Se All Roads Lead to Perdition sconfina nello sludge/post hardcore, con le sue sfuriate alternate a rabbia compressa, A Lifelong Slumber, almeno nella sua parte iniziale, è la traccia più devota al verbo della sposa morente (e, tanto per chiudere il cerchio, va ricordato che Vainoras venne rimpiazzato nei Cryptal Darkness proprio da quel Martin Powell che fu tra gli artefici principali dei seminali primi album dei My Dying Bride).
Contagiuum and the Landscapes of Failure è un lavoro che, in definitiva, mostra una certa irrequietezza compositiva da parte del musicista australiano, e questo ne rende l’ascolto stimolante al di là di quello che può essere il gradimento per il genere specifico; i Subterranean Disposition si confermano quindi una realtà di sicuro interesse e da seguire con estrema attenzione nelle sue future evoluzioni.

Tracklist:
1. Hungry Ghosts on Rotten Soil
2. Wooden Kimono Fixative
3. Embittered
4. All Roads Lead to Perdition
5. A Lifelong Slumber
6. Aggressors Clothed as Victims

Line-up:
Terry Vainoras – Guitar, Bass, Saxophone, Vocals, Lyrics
Dan Nahum – Drums, Percussion
Gelareh Pour – Kemanchech, Qeychak Alto, and Voice on “Embittered”
Daniel Lucas – Guest Vocals

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