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Recensione : Strato’s – Lo Sbirro, La Liceale, Il Maniaco

Strato's - Lo Sbirro, La Liceale, Il Maniaco: Inyoureyes non è certo nata ieri, ha alle spalle anni di onorata esistenza, ed ancor prima di essere una webzine è stata...

Strato’s – Lo Sbirro, La Liceale, Il Maniaco

Inyoureyes non è certo nata ieri, ha alle spalle anni di onorata esistenza, ed ancor prima di essere una webzine è stata una fanzine cartacea che si chiamava Uniduila.

Su quei fogli pionieristici fotocopiati di straforo nei momenti di assenza del mio ex principale compariva una rubrica del mio fratello de leche Marco Barile (aka Alabarda) che trattava già allora, si era all’inizio degli anni ’90, di film cosiddetti di serie b. Erano tempi in cui quel tipo di cose erano appannaggio di pochissimi reietti (io lui Marco Giusti e pochissimi altri) e, molto prima che fosse figo far sapere ai quattro venti di essere fan di Alvaro Vitali e di Maurizio Merli, noi già pubblicavano una rubrica che si occupava del cosiddetto trash, indubbiamente siamo sempre stati un passo avanti. Da allora sono passati alcuni anni ed io, nonostante quando un fenomeno diventi “di massa” tenda ad abbandonarlo, sono ancora un patito di un certo tipo di cinema ed ovviamente un grande appassionato della musica che era solito accompagnarlo.

E’ per questo che appena intravista la copertina di questo album ho subito molestato Carlo della Retrovox perché me lo passasse. Ed appena l’ho ascoltato è stato subito coup de foudre! Solo una cosa mi ha lasciato un certo amaro in bocca, averlo ricevuto troppo tardi per poterlo inserire nella playlist di quelli che secondo me sono stati i migliori dischi usciti nel 2016, una dimenticanza involontaria ma egualmente criminosa.

E mia abitudine quando recensisco un disco menzionare alcuni pezzi per tentare di far capire a chi legge cosa andrà ad ascoltare, in questo caso non lo farò, impossibile limitarsi a citare alcuni brani invece di altri, quindi spenderò poche ma doverose parole per ognuno di essi. Cominciamo: La Soffiata ha un groove micidiale e gli inserti con la voce dell’indimenticabile Maurizio Merli lo rendono grandioso, Western Metropolitano è semplicemente splendido, Irruzione A Monteverde introdotto da un basso tellurico ha un andamento lisergico davvero spiazzante, Aperitivo è piacevolmente lounge, Un Goffo Pretendente è giocoso ai limite del clownesco, Rossella è suadente intrigante ed a tratti sensuale ed i vocalizzi che lo accompagnano ricordano tanto quelli dell’immensa Nora Orlandi, Chipsiomega è tutta giocata sul filo di una tensione spasmodica, Delirio Paranoide è esattamente quello che dice il suo titolo e Titoli Di Coda è malinconica come le gocce di pioggia che si rincorrono sul vetro mentre guardiamo fuori un mondo con il quale non abbiamo niente a che fare, ma ha anche momenti più “positivi” non vi allarmate.

Il sestetto che ha realizzato questo album è composto da musicisti davvero preparatissimi e quello che ne viene fuori è un disco bellissimo, uno dei migliori che mi sia capitato di ascoltare negli ultimi tempi, e non fra quelli di genere, in assoluto.

I Calibro 35 sono bravi e mi piacciono, ma gli Strato’s li sento più vicini e più veri, e personalmente li trovo più bravi.

Da avere, ASSOLUTAMENTE!

1) La Soffiata
2) Western Metropolitano
3) Irruzione A Monteverde
4) Aperitivo
5) Un Goffo Pretendente
6) Rossella
7) Chipsomega
8) Delirio Paranoide
9) Titoli Di Coda

Leonardo Barbieri – Chitarra elettrica,chitarra acustica 12 corde
Marco Mainardi – Chitarra, basso
Davide Sandrini – Batteria
Emanuele Nidi – Organo elettrico, string machine, pianoforte
Luis Pezzoli – Percussioni Cobra Christofory – Kazoo

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