Quando sulla retro-copertina di quest’album ho visto la sagometta dell’uccellino morto sono stato percorso da un brivido di stizza; l’orrido volatile defunto è infatti il simbolo della Atticus, una ben nota marca d’abbigliamento rinomata in ambiti decisamente poco seri; il solo pensiero che una band che non siano i Three Inches Of Blood possa essere sponsorizzata dalla Atticus mi mette ansia e mi carica enormemente di aspettative negative.
Inserito il supporto ottico e premuto il tasto play avrei ardentemente desiderato essere il produttore di questa band.
Perchè? Perchè i Step On Memories sono un gruppo con un groove pazzesco, con una tecnica musicale molto buona, che cerca di spacciarsi per una band da moshpit in stile Hatebreed, di quelle composte da veri duri, gente che suonando hardcore metallico fa apparire il thrash metal come musica da camera.
Cito testualmente “…Gli Step On Memories rappresentano la nuova faccia dell’hard-core europeo.
Un pugno in faccia a tutti i “fashion victims” massacrati dalla superficialità…”.
Tutto quello che sento (E’ che vedo) io è un act giovane, sicuramente potente e divertente ma stuccato come un muretto sui soliti breakdowns, sui vocals iper-urlati e su un approccio quasi “tragedy” che ultimamente va molto di moda.
Per di più sponsorizzato dalla Atticus (Rigiro il dito nella piaga), che essendo una marca di abbigliamento non riflette di certo una spiccata avversione alla superficialità.
Se solo questi cinque ragazzi si liberassero dal fardello del Metalcore e andassero a scavare ancor di più nelle loro radici hardcore, penetrando fino al nucleo di un genere che è fonte di esperienze (musicali e di vita) preziosissime, forse riuscirebbero a produrre qualcosa di grosso.
E magari abbandonerebbero pure quell’aria aggressiva da bulli delle medie sulla foto del booklet.
Consigliato ai fanatici dei vecchi Dufresne e a quelli che girano coi berretti da baseball.
