Sissy – March Of The Humans

Sissy - March Of The Humans: Il duo canadese Sissy, dopo l'album d'esordio “All Under”, torna con la seconda prova “March Of The Humans”, passando da...

Sissy – March Of The Humans

Il duo canadese Sissy, dopo l’album d’esordio “All Under”, torna con la seconda prova “March Of The Humans”, passando dalle tematiche personali ad affrontare qui quelle socio-politiche.

La band propone una sorta di revival trip-hop/downtempo contaminato da elettronica sperimentale, ovvero una delle tante derive del trip-hop. Di ascolto non facile, è un album che può riservare gioie agli appassionati del genere, e farli esclamare che il genere non è ancora morto !

La “marcia” dell’umanità di cui parlano la voce di Johanne Williams e la musica del produttore/polistrumentalista David Trusz, è una marcia verso il decadimento morale e culturale; le musiche e i toni struggenti, la voce che si fa un lamento sono caratteristiche che permeano tutto il disco, ad esprimere la disillusione e la rabbia verso l’inevitabile marcia di questi umani/morti viventi. I ritmi spesso sono cadenzati, quasi a formare una colonna sonora che accompagna il passo di marcia.

Il tono distopico del sophomore si riflette in musica in un leggero allontanamento dalla matrice Trip-Hop/Downtempo, più fortemente presente nel disco d’esordio, in favore di una forte presenza dell’elettronica, che qui vuole essere cupa e minacciosa. Restano tuttavia evidenti in alcuni punti la maggiore melodicità e la sensualità del trip-hop, oltre che nella battuta anche e soprattutto nell’impronta emotiva della performance vocale della Williams (Stay e On My Own), che in altri momenti viene non sacrificata ma prestata al cinismo e al pathos drammatico.

Long Distance è un pezzo di grande espressività, dove si evidenzia la forte componente elettronica di cui si parlava prima, che si intensifica ancora con Acid Cake e con Fool Around, che picchia duro nonostante abbia la battuta lenta, con un leggero richiamo dubstep.
Segue una pausa meditativa con On My Own, dove prevale la componente melodica: la voce e il piano contribuiscono a dilatare gli spazi avvicinandoci al trip-hop; ma è un attimo, perchè si scarta subito dopo in maniera netta con All A Waste col suo ritmo cadenzato. Imminent Rampage testimonia la sua furia imminente con una battuta veloce presa in prestito dalla drum & bass (e i bpm volano da 60 a 160 nel giro di una canzone, per poi riassestarsi più in basso).
Il coro di All Of Me sancisce un riavvicinamento al trip-hop sul finale: ed essendo un fan della vecchia scuola trip-hop tra le mie tracce preferite del disco ci sono senz’altro le due conclusive, Expiry Date e Stay, che potrebbero anche sembrare uscite da una sessione dei Portishead o di Bjork (tanto per darvi una vaga idea dei riferimenti principali di Johanne Williams).

Che altro dire, “M.O.T.H.” ci guida nella nostra insensata via all’autodistruzione, ma è tutt’altro che un disco per presi male, perchè esprime con forza ed emotività una visione oggettiva/disillusa, ma soprattutto messa in musica in modo davvero efficace e piacevole. Assolutamente promosso !

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