Recita un vecchio adagio “uomo avvisato mezzo salvato”.
Lo cito perché chi mi ha spedito questo disco mi aveva preavvisato che all’ascolto la sua band mi sarebbe potuto apparire piuttosto anomala.
Bene, dopo aver fatto girare alcune volte questo disco – inciso su di una sola facciata, come i singoli della Rip Off – debbo convenire con lui quanto, effettivamente, gli Sdh siano al di fuori degli schemi e quanto questo rappresenti indubbiamente la loro principale forza.
Ad aprire il tutto ci pensa The Hole Card, the Wrong Pot and the Drunk Gambler (grande titolo) che suona come qualcosa inciso da Jon Spencer sotto l’effetto degli psicofarmaci, e Jon Spencer sarebbe già di suo piuttosto disturbato; seguono Susy Loose un brano ipercinetico che destruttura il rock’n’roll come da lezione dei Devo e dei Suicide e Mad Show un frammento garagistico da dopo bomba scalcinato come lo erano i Black Lips agli esordi.
In We Ain’t Got Time sembra di ascoltare gli Oblivians morsi da una tarantola e impegnati in un ballo di San Vito folle e disarticolato, 52hz Whale è invece l’archetipo di come dovrebbe essere un pezzo di hardcore punk: confusionario e privo di qualunque riferimento suonato con il solo intento di essere spiazzante, chiude il tutto You, My Rash dove si odono barlumi lontani di melodia e nel quale una certa new wave viene brutalmente violentata da il suono più rovinoso che si possa concepire.
Il booklet interno, ricco di illustrazioni malate, ben accompagna un disco nel quale regna un’anarchia sonora davvero stimolante.
Gli Sdh non sono certo adatti per tutti i palati ma, se come me, siete abituati a mangiare pietre ed a bere latte di iena troverete nelle loro “canzoni” (virgolette d’obbligo) linfa vitale per i vostri picnic consumati su prati post atomici.
Track List
1) The Hole Card, the Wrong Pot and the Drunk Gambler,
2) Susy Loose,
3) Mad Show,
4) We Ain’t Got Time,
5) 52hz Whale,
6) You, My Rash
Etichetta Label: Sham Foundation