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Recensione : Salvo Mizzle – Belzebù Pensaci Tu

Un lavoro che affascina e che non manca di sorprendere, sicuramente qualcosa di diverso nel panorama della musica indie rock nazionale.

Salvo Mizzle – Belzebù Pensaci Tu

Strana la vita: di ritorno da una vacanza nelle terre del Gargano mi ritrovo tra le mani il nuovo lavoro di un figlio di quelle terre, Salvatore De Padova, in arte Salvo Mizzle, cantautore e menestrello nato a San Giovanni Rotondo, paese famoso per motivazioni religiose, un luogo in cui si respira sacralità e, sinceramente, neppure lasciato troppo nelle mani del business a tutti i costi.

Ma lasciamo i misteri della fede ed altri lidi e conosciamo questo musicista pugliese, al secondo lavoro dopo l’esordio discografico avvenuto nel 2013 dal titolo Via Zara.
Interamente scritto da Mizzle, poi aiutato in fase di arrangiamento da una manciata di musicisti che hanno collaborato con i propri strumenti alla riuscita dell’album, questa sua nuova fatica dal titolo Belzebù Pensaci Tu, ripercorre vari stili che, se dal rock prendono l’attitudine, non si privano di bellissime sfumature cantautorali, folk e qualche riverbero indie, insomma un riassunto completo di un certo modo di fare rock, soprattutto in Italia.
Ed infatti l’album è rock italiano di origine controllata, molto personale ma ben saldo nella tradizione dello stivale, con testi introspettivi e maturi, vario nel mood dei brani che passano da soluzioni moderne ad altre in linea con la scuola cantautorale, senza dimenticare l’anno di uscita e le nuove tendenze che vedono l’uso di chitarre sature e digressioni elettriche, ormai di uso abituale anche nel rock targato Italia.
Belzebù Pensaci Tu è un lavoro da ascoltare attentamente, senza l’urgenza di capire al primo ascolto, ha bisogno di essere cullato, dandogli il tempo di regalarci sfumature che si scoprono ad un nuovo passaggio, ed è così che insieme alla musica anche il pensiero del musicista troverà spazio per essere compreso.
Cane Morto, la bellissima e suadente Che Stile, l’urgenza rock di E Gelo Sia e l’amore ferito di Perpendicolare, impreziosito da un sax che funge da rilassante intermezzo al tragico e passionale testo, sono i brani che fungono da riassunto e collante di un album che ha molte cose da dire e lo fa con idee chiare, pochissima rabbia e tanta poesia.
Un lavoro che affascina e che non manca di sorprendere, sicuramente qualcosa di diverso nel panorama della musica indie rock nazionale.

TRACKLIST
1. Cielinfrarossi
2. Cane Morto
3. Detestare
4. Che Stile
5. Un Gran Giorno
6. E(‘) Gelo/Sia
7. Sotto Casa Tua
8. Mi Tratti Come Se Fossi…
9. Perpendicolare
10. Non è brutto ciò che è brutto ma è brutto ciò che piace
11. Untitled
12. Solo alla morte c’è rimedio
13. Grazie Belzebù (Ghost Track)

LINE-UP
Salvatore De Padova
Pietro Latiano
Marco Tricarico
Giuseppe Cocomazzi

Ospiti:
Nicola Manzan – Violini in “Che Stile”
Andrea Antonacci – Piano e sax in “Perpendicolare” e “Cane Morto”
Donato Turano – Synth e rhodes in “Cane Morto” e “Mi tratti come se fossi”
Enzo Esposto – Tastiere in “E(‘) Gelo/Sia”
Domenico Pompilio – Flauto traversiere in “Sotto casa tua”

SALVO MIZZLE – Facebook

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