Prendete una delle band più importanti della scena power metal, orfana di due elementi su tre, ma ben salda nelle mani del sommo leader Peavy Wagner, aggiungete Dan Swano alla consolle ed avrete più o meno un grande album di metallo classico, incendiario e dannatamente coinvolgente.
Peavy Wagner, dopo la dipartita dell’axeman Victor Smolski, ora sul ponte di comando degli Almanac, torna con due nuovi compari , Vassilios Maniatopoulos alle pelli e Marcos Rodriguez alla sei corde, e con un nuovo lavoro targato Rage, si spoglia di qualsiasi sfumatura orchestrale e torna a suonare power metal teutonico, potentissimo e melodico in piena tradizione Rage.
Con una discografia immensa, iniziata nel 1986 e colma di album divenuti classici del genere, il gruppo di Peavy ha attraversato tutti questi anni tra grandi album power (The Missing Link, Black In Mind, Soundchaser) sperimentazioni orchestrali (Lingua Mortis, XIII, Ghosts) e pochissime cadute di tono, insomma una vita nella scena metallica europea che, se non hanno regalato un successo pari ad altre band, sono servite ad ottenere perl gruppo il meritato rispetto dei fans e degli addetti ai lavori.
Un combo, quello tedesco, che sul fronte live non ha mai ceduto il passo risultando una garanzia, se è vero che per molti anni i Rage sono stati nei bill di ogni festival metal che si rispetti.
Per confermare tutto ciò il 2016 ci consegna una band con un nuovo lavoro dall’enorme impatto e che torna ancora una volta al suo power metal potente, melodico e dall’attitudine live: un album colmo di canzoni dirette derivanti, forse, dal forfait del talentuoso axeman bielorusso, bravissimo ma a mio modo di vedere dalla forte impronta neoclassica che aveva fatto perdere ala sound non poco della sua carica esplosiva per privilegiare un approccio più raffinato.
I Rage del 2016, come detto ben saldi tra le mani dello storico bassista/cantante, confezionano un album roccioso, molto vicino alle produzioni del decennio novantiano tra il capolavoro Black In Mind ed il buono End Of All Days, perciò si torna a quel sound caratteristico fatto di tanta potenza ed ottime melodie che hanno fatto la storia del gruppo ed hanno elevato il buon Wagner a uno dei migliori songwriters del genere, secondo solo ad un certo Kai Hansen.
The Devil Strikes Again ci presenta i nuovi arrivati alla corte dei Rage, due musicisti di gran spessore, ottimi per il sound proposto in questo lavoro e che vede almeno metà dei brani ad un livello eccellente.
My Way, la title track, Spirits Of The Night, Ocean Full Of Tears, accompagnate dalla struttura arabeggiante della splendida The Dark Side Of The Sun, sono i capisaldi di questo ottimo ritorno che, senza nulla togliere alle nuove leve, conquista il podio di uno dei migliori dischi dell’anno in un certo modo di intendere il power metal.
Con Destruction e Rage, la Germania torna a ruggire nel panorama metallico europeo grazie a due delle sue migliori e longeve realtà e questo non può che far bene a tutta la scena.
TRACKLIST
01. The Devil Strikes Again
02. My Way
03. Back On Track
04. The Final Curtain
05. War
06. Ocean Full Of Tears
07. Deaf, Dumb And Blind
08. Spirits Of The Night
09. Times Of Darkness
10. The Dark Side Of The Sun
LINE-UP
Peter “Peavy” Wagner-Vocals, bass
Vassilios “Lucky” Maniatopoulos-Drums
Marcos Rodrígue-Guitars