Portable Sunsets – Mercy

Portable Sunsets - Mercy: Portable Sunsets è Peter Segerstrom, un nome non troppo conosciuto dalle nostre parti, almeno non quanto lo è in Califor...

Portable Sunsets – Mercy

Portable Sunsets è Peter Segerstrom, un nome non troppo conosciuto dalle nostre parti, almeno non quanto lo è in California, che vanta un curriculum di formazione non da poco nell’ambito dell’arte digitale, oltre ad aver aperto le performances di gente come Richie Hawtin e The Field, giusto per fare due nomi.

. Sotto questo moniker il buon Peter pubblica l’album “Mercy” per l’etichetta capitanata dal buon Daedelus, uno che in fatto di sperimentazione elettronica e di ambient music ne sa.

Da queste poche informazioni, si può già intuire quale sarà il raggio d’azione di Portable Sunsets: un’elettronica corposa e ricercata, con influenze prevalentemente ambient e IDM, che guarda a gente come i Boards Of Canada e allo stesso Daedelus, ad esempio. Ma “Mercy” ha anche momenti più movimentati rispetto alla classica ambient-IDM, gioco-forza per il fatto che se apri una serata di Richie Hawtin non puoi avere nelle tue corde musica puramente cerebrale perchè dev’esserci anche il ritmo. Inoltre un fatto molto importante è che questo disco mette spesso da parte i soundscapes più scuri e malati di quel tipo di musica, allontanandosi di fatto da ambient e IDM, in favore di un approccio più “pop” (soprattutto in presenza di vocals), influenzato dal sole della California ma che spazia in un immaginario molto più vasto.

“Soundscape” è la parola che riassume in maniera più appropriata il concetto che stà alla base di “Mercy”, composto da dieci paesaggi diversi, tutti estremamente evocativi e dreamy, che si aprono con un sogno-visione assolato (Sun Screen Wet Dream), e si chiudono con uno strato di nebbia (Fog). In mezzo, altri viaggi: dai video-games di Vux White Flash, alla visione assolata pt.2 di Sunshield, il delicato suono di Guitar Plume che ci culla verso l’oblio con la visione delle onde sul bagnasciuga accompagnate dal fruscio tipico dei vinili e una chitarrina ripetitiva. Poi Clocks Wind ci sveglia con un ritmo ciclico accattivante, e insieme all’ottima Clone Opera costituisce uno dei momenti più elettronicamente “movimentati” del disco. Wolf Head è, al contrario, forse uno dei brani più puramente IDM, mentre New Hands riprende le tonalità di inizio disco. California segna l’inizio della ripresa di coscienza, e Fog chiude magnificamente il disco con un incedere rallentato, mentre il sogno durato quasi cinquanta minuti svanisce in dissolvenza come foschia su un tramonto californiano vista mare.

Una cascata di effetti e motivetti onirici, in cui vedo anche un po’ di Peaking Lights (oltre agli altri riferimenti già citati in precedenza), all’insegna di un’elettronica meditativa e da affrontare “col piglio giusto”.
Tra tutte queste influenze e le atmosfere particolari create, “Mercy” rappresenta il lato meno danzereccio-commerciale e più onirico del “Salton Sea” di Tomas Barfod.
Davvero non male per coloro che apprezzano quel tipo di musica cerebrale, come il nostro Massimo definisce un certo tipo di musica di cui io sono grande sostenitore 🙂

“Wolf Head”:

“Clone Opera”:

“Fog”:

“Sun Screen Wet Dream”:

“Clocks Wind”:

TRACKLIST
1. Sun Screen Wet Dream
2. Vux White Flash
3. Sunshield (ft. Christopher Wade)
4. Guitar Plume
5. Clocks Wind
6. Clone Opera
7. Wolf Head
8. New Hands
9. California
10. Fog

http://waww.facebook.com/portable.sunsets

PORTABLE SUNSETS-Mercy

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