iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999
Cerca
Close this search box.

Recensione : Porcelain Raft – Strange Weekend

Porcelain Raft - Strange Weekend: È inevitabile un po' di orgoglio patriottico parlando di Porcelain Raft, moniker dietro al quale si nasconde l'italiano ...

Porcelain Raft – Strange Weekend

È inevitabile un po’ di orgoglio patriottico parlando di Porcelain Raft, moniker dietro al quale si nasconde l’italiano Mauro Remiddi, fuggito negli Stati Uniti e arrivato quest’anno al debutto “Strange Weekend”, sotto Secretly Canadian, dopo una carriera tutt’altro che scarna (tra le altre cose, prendendo parte ai londinesi Sunny Day Sets Fire nel 2008).

Sarebbe riduttivo imbrigliare il disco all’interno di un unico genere musicale: Strange Weekend, seppur definibile di base come disco elettronico, raccoglie dentro di sé suggestioni da diversi ambiti musicali; primo fra tutti il dream pop, da cui eredita atmosfere eteree e sospese nel tempo (“If You Have A Wish”), ma anche più velatamente dal mondo trip hop, specialmente in certi sottofondi musicali ritmati e scuri (“Is It Too Deep For You?”).

In generale si gioca gioca spesso, con consapevolezza, su marcati contrasti sonori nella gestione delle varie sonorità: alternando magari chitarra acustica a synth ed effetti sintetici vari (“The Way In”, uno dei pezzi più lirici del lotto). Spesso le atmosfere diventano più oniriche e la voce passa al falsetto, facendosi più riverberata e ricordando da vicino le formule degli MGMT più recenti (come “Shapeless & Gone” e “Put Me Sleep”, uno dei singoli migliori) a cui si aggiunge poi un sottofondo accostabile al mondo dell’hip hop in “Unless You Speak From Your Heart”. Ci sono anche momenti più tranquilli, in cui il ritmo rallenta esponenzialmente: “The End Of Silence” e “Picture”, soprattutto la seconda, più acustica e con l’aggiunta di cori femminili. Proprio all’inizio invece uno dei momenti più alti della scaletta, “Drifting In And Out”, irrestibile prologo del disco.

Difficilmente un lavoro come questo potrà essere dimenticato o superato nei prossimi mesi: Remiddi ha saputo sintetizzare insieme le sonorità e gli stilemi più differenti in un disco introverso, ricco di sfaccettature e mai noioso (grazie anche ad un’ottima quantità di tracce riuscite), in cui l’alternarsi dei vari ritmi e sonorità sono gestiti sapiemente e coerentemente.

1. Drifting In And Out
2. Shapeless & Gone
3. Is It Too Deep For
4. Put Me To Sleep
5. Backwords
6. Unless You Speak From Your Heart
7. The End Of Silence
8. If You Have A Wish
9. Picture
10. The Way In

Voto: 8+

- Porcelain Raft - Strange Weekend

Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.
No Comments

Post A Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

Se Una Notte D’estate Al Berghain

Alla tenera età di 21 anni mi sono ritrovato, dopo varie vicissitudini legate al mio percorso di studi, a poter frequentare un corso di lingua a Berlino per tre settimane. Il Muro, i club techno, il divertimento, la birra che costa meno dell’acqua, le droghe leggere tollerate. Esatto, tutte queste cose e anche qualcosa di più. Se avete degli amici festaioli, vi sarete sicuramente accorti già da tempo che la nuova capitale tedesca ha soppiantato, piuttosto prepotentemente, la altre capitali europee, soprattutto per quanto riguarda scena musicale e vita notturna.

Cosmo – Disordine

Tutti gli addii fanno male. Per fortuna in questo caso ci si trova davanti a una rara eccezione: il disco di Cosmo, ovvero quel Marco Jacopo Bianchi caposaldo degli stessi Drink To Me che, dopo tre dischi in cui non mancava certo di cui entusiasmarsi, hanno deciso di mettersi in pausa. Dalle loro ceneri nasce appunto Disordine, spin-off solista della voce del gruppo, che si cimenta in una formula sicuramente non nuova, ma ancora poco sentita sul suolo nazionale.

Ivenus – Dasvidanija

Synth, pop e disagio, la formula magica de iVenus tenta a tutti i costi di piacere e ci riesce, sempre si riesca ad abbandonare ogni velleità.

Spotify

È passato poco più di un mese da quando il colosso londinese ha deciso di sbarcare anche in Italia con il suo programma tipo-iTunes-ma-in-streaming-e-gratis-ma-se-paghi-hai-roba-in-più. Chiunque abbia provato a installarlo e collegarlo al proprio profilo Facebook mi capirà, se dico che non è difficile entusiasmarsi. Gli adepti sono infatti cresciuti stabilmente giorno dopo giorno, andando a pescare da un pubblico piuttosto eterogeneo e non solo dai soliti hipster nerdeggianti che non si fanno scappare l’ultima supposta rivoluzione post-MySpace (di prima generazione).