Paolo Brusasco archeologo e docente di Storia del vicino oriente antico all’università di Genova scrive questo libro su Babilonia (con una bella introduzione di Giulio Giorello) dandone una visione nuova e attuale, che si scontra con buona parte di ciò che ci è stato riportato dalla nostra tradizione.
L’aspetto più interessante in tutto questo è quello riguardante la pessima nomea che le è stata affibbiata nei secoli, in primis dalle sacre scritture, dove Isaia, Geremia, Daniele e L’Apocalisse di Giovanni ne parlano come di una prostituta corrotta, ricettacolo di peccatori e di ogni forma di abiezione umana. La vicenda di Babilonia è emblematica, soprattutto alla luce del famoso episodio dell’ esilio giudeo dove il popolo eletto venne deportato e il tempio di Salomone distrutto. Questo fatto storico rimarrà nella memoria israelita come una delle offese più vergognose mai subite dal popolo eletto e il rancore con cui la Bibbia parla di Nabucodonosor II e della sua gente risulta abbastanza comprensibile. Come tutte le grandi città (ieri come oggi) sarà teatro di ondate migratorie più o meno pacifiche e la sua identità cambierà nei secoli a seconda delle componenti razziali e culturali che andranno a caratterizzarne la popolazione (in italiano la parola Babilonia non a caso è anche sinonimo di confusione/caos/disordine).
Questo è un elemento in più per farci riflettere riguardo il profilo multiculturale che ne caratterizzò l’immagine comune ovvero come un coacervo di diverse etnie ma allo stesso tempo simbolo di degenerazione e decadenza. Facendo invece un passo in avanti appare intimamente diversa la prospettiva greca, dove se da un lato vi è sempre una forma di sdegnosa ritrosia verso lo straniero dall’altro l’obiettività e la profondità di sguardo elleniche portano a parlare con rispetto e ammirazione delle sue meraviglie, le mura e i giardini pensili in primis. (Erodoto, Le Storie, Strabone, Diodoro Siculo). Per chi ha sempre sentito parlare di Roma come caput mundi, la città più antica e prestigiosa dell’antichità, dovrà cambiare idea, visto che Babilonia è il primo esempio di metropoli moderna e multietnica che arriverà a contare duecentomila abitanti (all’ epoca di Alessandro Magno raggiungerà quota un milione).
Ciò che questo testo mette in luce in maniera lampante è che buona parte della conoscenza umana, in campo linguistico, matematico, medico scientifico e astronomico deriva dal bacino del Tigri e dell’Eufrate e si è propagato nel mondo greco, arabo e indiano sviluppando poi in seguito civiltà diversissime tra loro. Una delle svariate abilità della tradizione giudaico cristiana è quella di aver inculcato nel pensiero comune l’istinto secondo cui ciò che è diverso è estraneo per cui spesso e volentieri poco attendibile. Nonostante gli sforzi compiuti per offuscarne il mito e la dignità questa città rimane sempre un punto di partenza per studiare e capire il nostro presente al di là dei pregiudizi e delle falsità insite nell’opinione comune.
http://www.lafeltrinelli.it/catalogo/aut/945654.html
Paolo Brusasco. Babilonia. All’origine del mito. Raffaello Cortina Editore. 2012