Esce per la Kranky questa nuova collaborazione tra due artisti che fanno della sperimentazione estrema il fulcro del loro progetto artistico: Oren Ambarchi e Robin Fox, ovvero due tra le più importanti personalità artistiche provenienti dalla lontana Australia.
Il motore di questa raccolta, chiamata “Connected”, è stata la richiesta da parte di un collettivo australiano di danza contemporanea per la loro omonima opera.
“Connected” vede i suoi due protagonisti performare con molti strumenti, ma fondamentalmente combina una componente analogica (Ambarchi) e una digitale (Fox): infatti si uniscono lo stile chitarristico di Ambarchi, votato alla dilatazione delle atmosfere con toni calmi e quasi dronici, con l’elettronica di Fox, che invece è caratterizzata da schemi rigorosi e da un’analisi quasi matematico-scientifica del suono.
Le parole chiave per identificare il risultato sono distorsione e dilatazione, dei tempi e degli spazi, con un approccio alla materia elettro-acustica di carattere principalmente minimalistico, di ispirazione ai pionieri della musica elettronica. C’è inoltre una componente vagamente psichedelica, con la riverberazione di chitarra tipica della drone music e del desert-rock.
La partenza è buona, con “Standing Mandala”, traccia che avanza con ciclicità e ripetitività per i suoi nove minuti quasi attendendo un momento di svolta che è destinato a non arrivare mai.
Si può dire che tutto questo album da cinque tracce si caratterizza per creare questa tensione, che cerca di arrivare ad un apice e ad una svolta, la cui perenne attesa trasforma e permea la composizione conferendole un forte senso di staticità; si perdono i riferimenti spazio-temporali, si resta in bilico tra musica e astrazione sonora.
“Game Of Two” è centrata su quella componente dronica e desert, mentre l’elettronica passa in secondo piano.
In seguito però la musica perde brillantezza e diventa un po’ pesante a livello di digeribilità con le ultime tracce, nel segno di una sperimentazione totale e assolutamente mentale.
La title-track è una colonna sonora per astronauti persi nello spazio, mentre “Trios” è un delirio robotico ambient-glitch-noise senza soluzione di continuità, e infine “Gallery” chiude la raccolta con tonalità eteree di organo.
Difficile immaginare come possa un corpo di ballo riuscire a trasformare in danza, e quindi movimento, un suono del genere, ma la sperimentazione contemporanea è del tutto imprevedibile.
A parte questo, e concentrandoci sulla musica, direi che questo è un disco esclusivamente destinato agli appassionati di queste esplorazioni sonore nel campo dell’ambient, drone e dell’elettronica sperimentale.
Ascolti:
TRACKLIST
1. Standing Mandala
2. Game of Two
3. Connected
4. Trios
5. Invigilation