Fondati a Dublino nel 1983, i My Bloody Valentine furono formati da Kevin Shields e Colm Ó Cíosóig, un duo che cambiò per sempre il panorama musicale. Dopo alcuni cambi di formazione, Debbie Googe e Bilinda Butcher si unirono al gruppo, aggiungendo un ulteriore strato sonoro.
Questo cambiamento, seppur tumultuoso, si rivelò molto formativo nella ricerca di un sound per cui tutti erano diventati così famosi. Una svolta cruciale nella loro carriera avvenne quando si trasferirono a Londra. Fu lì che i My Bloody Valentine incontrarono Alan McGee, l’uomo che fondò la Creation Records e che intuì immediatamente il potenziale rivoluzionario della band.
Con album come “Isn’t Anything” e “Loveless” già pronti, i My Bloody Valentine furono pionieri dello shoegaze, creando un mix innovativo di suoni, attraverso chitarre distorte e atmosfere eteree, che avrebbero poi ispirato generazioni.
A lungo silenziosi e lacerati da tensioni interne, lo scioglimento nel 1997 sembrò segnare la fine dell’avventura. Il ritorno nel 2007 riaccese l’interesse per la band, dimostrando che il loro sound visionario e unico trova riscontro nei fan di tutto il mondo.
Discografia Essenziale
“Isn’t Anything” (1988) segna l’inizio del viaggio sonoro dei My Bloody Valentine, un disco che ha rimodellato l’indie-rock con un nuovo mix di chitarre fuzzy e melodie sognanti. Con questo lavoro, la band inizia a sperimentare suoni stridenti e voci che creano un’atmosfera che molti gruppi manterranno per anni.
Passando a “Loveless” (1991), assistiamo a un’opera d’arte che ha richiesto anni di registrazione e una ricerca quasi fanatica della perfezione sonora. Il disco non solo consolida il posto dei My Bloody Valentine nel pantheon dello shoegaze, ma lascia anche un segno ancora più profondo, ispirando generazioni di musicisti alla ricerca di paesaggi sonori più intricati e densi.
Dopo una lunghissima pausa, “m b v” (2013) è tornato trionfalmente, ricevendo ottime recensioni che ne hanno celebrato la continua evoluzione e la capacità di rimanere fresco per oltre due decenni. Allo stesso tempo, EP come “You Made Me Realise” (1988) e “Glider” (1990) hanno ulteriormente affinato il loro stile unico, proseguendo l’esplorazione sonora che avrebbe poi portato a “Loveless”.
Infine, la raccolta “EPs 1988-1991” (2012) è un vero tesoro per i fan, che riunisce questi importanti lavori e offre una panoramica completa dell’evoluzione del gruppo, dimostrando così la loro duratura influenza sulla musica moderna.
L'Impatto dello Shoegaze
Negli anni ’80, la scena musicale era dominata dalla new wave e dal post-punk, ma l’avvento dello shoegaze segnò un grande cambiamento. I My Bloody Valentine conquistarono molti con il loro fantastico album “Loveless”, che mescolava chitarre fuzzy e melodie ariose in un sound profondo.
Dettagli particolari, come l’aumento del volume e nuovi modi di utilizzare il rumore stridente, contribuirono a creare un’atmosfera quasi onirica che cambiò il modo di concepire la musica rock.
Oltre ai My Bloody Valentine, anche gruppi come Slowdive, Ride, Chapterhouse e Lush facevano parte di questa divisione, ognuno con il proprio approccio individuale ma sempre rifacendosi a quel suono confuso e forte.
La storia dello shoegaze è ancora qui, vive con i creatori odierni che prendono quella sensazione per creare paesaggi che evocano emozioni forti, e questo dimostra che i padri fondatori di questo genere non hanno smesso di insegnare cose nuove con la loro musica. Ecco perché lo shoegaze non è solo un libro sul passato musicale, ma un luogo pieno di idee per nuove generazioni di musicisti.
Lo Stile Inconfondibile dei My Bloody Valentine
Lo stile unico dei My Bloody Valentine, in definitiva, è incentrato tutto sulle chitarre: Kevin Shields ha rivoluzionato il nostro modo di concepire il rock.
Il suo uso della distorsione, abbinato a qualsiasi effetto possibile, dal tremolo al riverbero, crea un paesaggio sonoro denso che culla l’ascoltatore in quello che può essere descritto solo come uno stato onirico.
Ogni nota sembra sospesa nell’aria, mescolandosi alle altre in una sorta di abbraccio sonoro che sfida la linearità della musica tradizionale. Bilinda Butcher e Kevin Shields cantano in un modo che aggiunge un’altra nota meravigliosa alla loro musica.
Le loro voci sono eteree e sognanti, fondendosi in armonie maschili e femminili che creano un senso di vulnerabilità e bellezza. Questo canto, insieme all’attenta realizzazione e al gioco con il suono negli album, trasforma ogni canzone in un viaggio emotivo speciale.
La musica dei My Bloody Valentine, da gruppi come i Velvet Underground ai Cocteau Twins, si percepisce in un sound che in qualche modo fonde suoni forti e aspri con melodie dolci in qualcosa di classico, qualcosa che sarà sempre ricordato nella storia della musica.
I My Bloody Valentine Oggi
Un periodo di grande entusiasmo per i fan è stato il periodo della reunion dei My Bloody Valentine, con i recenti tour che hanno riportato la band sul palco e riacceso l’interesse per il suo sound insolito e innovativo.
È stato un mix fantastico, che ha dimostrato come la musica di questa band sia ancora dotata di un’immaginazione che una nuova generazione dovrebbe trovare attraente.
Molti si chiedono se ci sarà altra musica in arrivo, e le speculazioni sul lavoro in studio alimentano un’attesa e un entusiasmo che non si vedeva da tempo. Il carismatico Kevin Shields ha collaborato con numerosi artisti nel corso degli anni, infondendo la sua estetica sonora in ogni genere, dal rock alternativo all’elettronica.
Queste collaborazioni dimostrano il livello di abilità di Shields, ma, cosa ancora più interessante, sottolineano l’evidente impatto dei My Bloody Valentine sulla musica odierna.
È la fusione di rumore e melodia ad aver influenzato così tanti musicisti e a continuare a essere annoverata tra i più rilevanti. Con ogni evoluzione delle tendenze sonore, ogni vero appassionato di arte musicale sarà ricondotto, a un certo punto della sua ricerca di autenticità e innovazione, a una riflessione sui My Bloody Valentine.










