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Recensione : Mount Washington – Mount Washington

Mount Washington - Mount Washington: Ce l'eravamo un po' dimenticato in un angolo, il disco omonimo dei Mount Washington...uno dei tanti dischi indie pop di ...

Mount Washington – Mount Washington

Ce l’eravamo un po’ dimenticato in un angolo, il disco omonimo dei Mount Washington…uno dei tanti dischi indie pop di questo periodo? Niente affatto!!

Riprendendolo e mettendolo nello stereo, un po’ casualmente, una mattina segnata dal sonno e dalla scarsa voglia di mettermi sui libri, minuto dopo minuto mi sono illuminato.

Giunti alla loro quarta prova su lunga distanza, Rune Simonsen, Andreas Hoyer ed Esko Petersen, fanno centro con un disco prevalentemente indie-pop, anche se etichettarlo così sarebbe riduttivo viste le molteplici sfumature che racchiude al suo interno, nonché il background folk-rock della band. Un disco che, nonostante sia passato un po’ inosservato all’hype che normalmente c’è nel panorama indie, è ben riuscito e merita attenzione.

Prima del 2011 la band da Tromso si chiamava semplicemente “Washington”, nome con cui hanno pubblicato i primi tre dischi: A New Order Rising, esordio all’insegna del folk, Astral Sky, più marcatamente pop, e Rouge/Noir, che invece virava verso il rock; già da queste premesse si vede come il background della band sia piuttosto vario, e questo non può non influenzare anche questo quarto album dandogli diverse sfumature.
Dunque per registrare il quarto album, i Washington decidono di cambiare le carte in tavola: la scelta di cambiare il nome in “Mount Washington” e soprattutto quella di trasferirsi a Berlino. La maggiore ricchezza della scena musicale berlinese dà come risultato un album molto più ritmato e vario dei precedenti, con la ricerca di melodie orecchiabili ma allo stesso tempo ricercate e sottilmente malinconiche. È rilevante anche la presenza di synth e dell’elettronica ad accompagnare molto bene i ritmi (soprattutto in How does it feel e in Toscana)

Si inizia con la bella e malinconica How does it feel?, una delle tracce migliori, per poi passare al duo marcatamente pop formato da Silver Screen e quindi Lisboa, quest’ultima la traccia scelta a rappresentare il disco perchè molto orecchiabile e piacevole. Con i synth di A Good Run le atmosfere si dilatano, preparando il terreno per Toscana (sarò di parte perchè mi piace la Toscana e l’elettronica, ma è una delle tracce che ho gradito maggiormente). Quindi si accelera con Next Year, mentre Broken Home è il pezzo che presenta più influenze rock, e in chiusura come decima traccia abbiamo la bella Radio Silence.

In conclusione, un disco piacevole e ben riuscito, ingiustamente da me messo da parte in questi primi mesi del 2012.

TRACKLIST
1. How does it feel?
2. Silver Screen
3. Lisboa
4. A Good Run
5. Toscana
6. Next Year
7. Concords
8. If Ever
9. Broken Home
10. Radio Silence

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