iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999
Cerca
Close this search box.

Recensione : Moth’s Circle Flight – Born To Burn

Dei Moth’s Circle Flight si apprezza innanzi tutto la freschezza e l’impatto nonostante il mezzo per veicolare tali sensazioni sia quel nu metal che ha vissuto i suoi fasti alla fine degli anni ’90 per poi finire inevitabilmente in un oblio che sopraggiunge, come sempre, successivamente alla sovraesposizone mediatica.

Moth’s Circle Flight – Born To Burn

A maggior ragione, quindi, la proposta della formazione parmense, sulle scene da circa un decennio costellato da un’intensa attività live, va apprezzata senza riserve, visto che sicuramente esce indenne da qualsiasi possibile accusa di opportunismo.
Il frequente ed efficace uso del cantato in italiano e l’alternanza tra i due vocalist potrebbe far sorgere un istintivo accostamento con i Linea 77, ma il sound dei Moth’s Circle Flight è all’ennesima potenza più metallico.
A mio avviso si fanno preferire i brani più tirati, dove emergono certi spunti accostabili ai migliori Mudvayne, termine di paragone che dovrebbe essere decisamente gradito dai “Mothz”, visto il livello tecnico che contraddistingueva la band di Chad Gray.
Sarebbe un errore, però, limitarsi a fare paragoni quando, invece, Born To Burn si rivela un caleidoscopio di brani cangianti e apprezzabili anche per il dono della sintesi: è vero che le tracce presenti sono ben quattordici ma la band emiliana evita di allungare all’infinito il brodo quando trova il riff o la linea melodica vincente; unica controindicazione a questa scelta può rivelarsi la frammentarietà causata dalla mancanza di un filo conduttore costante.
Va rimarcato una volta di più, comunque, che i nostri sono riusciti a non farsi attrarre come falene (nonostante il monicker …) dalla tentazione di proporre un suono plastificato e, di conseguenza, in grado di piacere anche a un pubblico abituato all’usa e getta rappresentato da gran parte dell’attuale metalcore.
Chokora (con tanto di video), Worm, No Excuse, sono solo alcune tra le botte che vengono assestate con l’ausilio di una produzione all’altezza nonostante Born To Burn sia un’autoproduzione; e qui, come sempre, si aprono gli interrogativi sul perché band di questo livello siano costrette ai margini del mercato discografico.
Probabilmente la perdita di appeal del genere proposto ha il suo peso. ma è vero che, come la storia, anche la musica vive di corsi e ricorsi, quindi non resta che invitare i Moth’s Circle Flight a continuare su questa strada in attesa di auspicabili tempi migliori.

Tracklist :
1.Anxiety
2.Solo Attimi
3.Chokora
4.Giorni Su Giorni
5.Cyclops
6.Worm
7.Sabbia
8.Moth’s Cirle Flight
9.Bloom
10.00:00
11.No Excuse
12.Feeling
13.Mothization
14.Sea

Line-up :
Francesco “Baldo” Baldi – Rhythm Guitar
Luca “Pellach” Alzapiedi – Solo Guitar
Gabriele “Gabbo” Rosi – Voice
Simone “Pancio” Panciroli – Voice
Andrea “Taglia” Tagliavini – Drum
Simone “Orso” Cimaglia – Bass

MOTH’S CIRCLE FLIGHT – pagina Facebook

Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.
No Comments

Post A Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

Eventide – Waterline

Gli Eventide offrono una versione dell’ambient drone intrisa da corpose sfumature jazz e sempre in grado di attrarre l’attenzione rifuggendo ogni stucchevolezza.

Faal – Fin

Fin merita d’essere ascoltato e apprezzato quale prova delle capacità di una band la cui fine lascia più di un rimpianto, non solo per l’irreparabile perdita umana ma anche perché, per il potenziale espresso, avrebbe meritato maggiore attenzione rispetto a quella ottenuta lungo una quindicina d’anni di attività.

Hamferð – Men Guðs hond er sterk

Il sound della band di Tórshavn è talmente peculiare da sfuggire ad ogni tentativo di sommaria classificazione: il tutto avviene senza il ricorso a chissà quali soluzioni cervellotiche in quanto gli Hamferð mettono il loro smisurato talento al servizio di un lirismo che, oggi, è appannaggio solo di pochi eletti.