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Recensione : Montezuma – Di Nuovo Lontano

Montezuma - Di Nuovo Lontano: I pesaresi Montezuma debuttano sulla lunga distanza con Di Nuovo Lontano, interessante album strumentale a metà fra Isis...

Montezuma – Di Nuovo Lontano

I pesaresi Montezuma debuttano sulla lunga distanza con Di Nuovo Lontano, interessante album strumentale a metà fra Isis e Explosion In The Sky

I Montezuma (Lorenzo, Carlo, Alessandro, Andrea) arrivano da Pesaro e, con già una demo alle spalle, debuttano ora con questo Di Nuovo Lontano, sette canzoni gravide di distorsione ma allo stesso tempo piene di melodia ed emotività.

Il compito di aprire le danze spetta alla mastodontica L’Alba Di Marrakech che, forte dei suoi 12 minuti di durata, spazza via ogni cosa, come una pioggia di granito su un’arida tabula rasa, intrecciando momenti densi di tensione e furia esplosiva, ad altri più melodici e introspettivi. La Foresta Imbalsamata, con l’arduo compito di mantenere il livello qualitativo del precedente pezzo, prosegue su tempi un poco più veloci e vivaci, con le chitarre a far da padrone, tra iniziali fragori, affascinanti momenti di distensione e dinamiche in crescendo. Quattro, cavalcata sonora gravida di emozione, galoppa contro il sole (senza perdere la sfida) con Costanza Delle Rose (Be Forest) e Alberto Canestrari (STRI) ai cori, mentre Lenta In D, più distesa e solare nei toni, alterna momenti di quiete ad altri decisamente più fragorosi ed enfatici. La Congiura Delle Poveri taglia l’aria con il suo ritmo urgente e diretto, abbandonandosi agli echi di chitarra e agli intrecci di batteria (come esser dispersi nel bel mezzo di un maremoto), lasciandoci poi alle ruvide braccia di Supernova che, gonfia di suono, esplode come un temporale, fragorosa e liberatoria. Infine Il Codice Dresda, dopo un lungo intro fatto di echi e di lontananze, si staglia di fronte a noi, nitida e scalciante, piena di energia e forza emotiva, concludendo.

I Montezuma, con la loro tecnica e la loro abilità compositiva fanno breccia nel cuore dell’ascoltatore in men che non si dica. L’album, ben suonato, variopinto e corposo (sia per quanto riguarda i volumi che per le idee), affascina e lascia un piacevole senso di soddisfazione. Le canzoni, a metà fra Isis ed Explosion In The Sky, contengono infiniti mondi in cui perdersi, in cui l’ascolto e il riascolto diventano quasi un gesto naturale. Un bel disco.

TRACKLIST:
01. L’Alba Di Marrakech
02. La Foresta Imbalsamata
03. Quattro
04. Lenta In D
05. La Congiura Delle Polveri
06. Supernova
07. Il Codice Di Dresda

Montezuma Di Nuovo Lontano

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