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Recensione : Mightiest – Sinisterra

Un album che non deve scorrere tra l'indifferenza degli amanti dell'epicità in musica, assolutamente consigliato sia ai fans dei suoni estremi estremi che a quelli più orientati verso sonorità classiche ed old school.

Strana storia quella dei Mightiest, arrivati solo ora al debutto sulla lunga distanza, pur essendo una band considerata storica nel panorama estremo tedesco.

Il gruppo, nato nel 1994 e facente parte della seconda ondata delle truppe di blacksters che invasero l’Europa in quel periodo, non ha mai trovato la giusta stabilità di line up, o forse, le buone vibrazioni dei fans non andarono a braccetto con quelle degli addetti ai lavori, fatto sta che la discografia del gruppo non andò oltre ad un paio di demo, altrettanti ep ed uno split.
Arrivano così, dopo oltre vent’anni, al primo full length, licenziato dalla Cyclone Empire, ed il risultato non può che essere ottimo.
Sinisterra è una perfetta via di mezzo tra il black metal e l’heavy metal epico, ne esce un lavoro potente, permeato da atmosfere colme di epicità e fierezza, come se i Bathory più classici si alleassero con il melodic black metal di gruppi come i Naglfar, senza far mancare le atmosfere dei Secrets Of The Moon e dei Lunar Aurora ed una battagliera enfasi alla Manilla Road.
Sei brani medio lunghi, colonne sonore di epoche dove l’acciaio e gli dei comandavano sugli uomini, cavalcate di metallo votato all’oscura gloria, scritta con il sangue dei vinti e glorificata dalle urla vittoriose dei conquistatori.
La title track riassume il mood dell’album, magari lasciandosi andare ad una troppa prolissità, ma dall’indubbia presa, specialmente nel saper mantenere un’atmosfera epica mai doma.
I tasti d’avorio fanno da tappeto al sound che sprizza rabbia guerresca, gli strumenti sono armi in mano a musicisti/guerrieri, che formano un’orda barbarica, l’heavy metal epico valorizza a suon di solos classici ed atmosfere epiche songs come Soular Eclipse, mentre il mid tempo melodicissimo, che caratterizza l’inizio di Ocean Empires, travolge con la sua carica epica, prima che il crescendo si tramuti in una cavalcata di tremebondo black metal.
L’album si conclude con il brano più orientato verso il metal estremo (The Purifire), un vento ritmico che spazza via l’odore del sangue, anche se i solos si mantengono molto melodici e lo scream riecheggia di spirito epico, un lungo inno alla gloria della vittoria, tenendo ben salda tra le mani, avvolte nel metallo dell’armatura, la bandiera dell’heavy metal.
Un album che non deve scorrere tra l’indifferenza degli amanti dell’epicità in musica, assolutamente consigliato sia ai fans dei suoni estremi estremi che a quelli più orientati verso sonorità classiche ed old school.

TRACKLIST
1. Devour The Sun
2. Animalevolence
3. SinisTerra
4. Soular Eclipse
5. Oceanic Empires
6. The Purifire

LINE-UP
O. – throat
C. – battery
S. – guitars, bass
Ral – guitars, keys

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