iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999
Cerca
Close this search box.

Recensione : Mechina – Progenitor

Progenitor è un altro album mostruoso sotto ogni aspetto, la totale perfezione nell'amalgamare le orchestrazioni sinfoniche al metal estremo moderno, a cui si aggiungono atmosfere sempre differenti che fanno dei Mechina degli assoluti maestri.

Mechina – Progenitor

E’ arrivata, l’abbiamo aspettata un’anno esatto, ma puntuale il 1° gennaio 2016 l’astronave Mechina è tornata per riportarci in giro per l’universo, tra mondi sconosciuti, alla scoperta di antiche ed affascinati civiltà persi nel black hole estremo che è la musica di questa band fuori dal comune.

Gli ufficiali Joe Tiberi e Dave Holch, sempre sul ponte di comando, questa volta affrontano battaglie intergalattiche, con la consapevolezza di essere una macchina da guerra devastante, i nemici non sono i mostri mitologici di Acheron, ma esseri più vicini a noi, come in Xenon e la musica di conseguenza risulta meno sacrale ed epica e più industrial, tornando a confrontarsi con i Fear Factory e gruppi più terreni.
Il risultato non può che essere comunque a vantaggio di questi splendidi creatori di musica estrema moderna, ormai tenacemente un passo davanti a tutti, almeno alle band che affrontano lo stesso genere dei mostruosi musicisti dell’Illinois.
Come avrete capito, il nuovo lavoro si avvicina al sound di Xenon, lasciando ad una splendida voce femminile, molte parti dei vari brani.
Sempre epico ma meno oscuro del suo predecessore, Progenitor è molto più siderale, ma mentre Acheron non lasciava trasparire la benché minima luce, il nuovo lavoro lascia spazio alla speranza, come se la band volesse dirci che lo spazio profondo non è poi così annichilente come descritto un anno fa.
Sinfonie ariose si fanno spazio tra le devastanti ritmiche industrial death, attimi di terrorizzante death metal moderno sono spazzati via da un mood positivo, nascosto, ma ben visibile ad un orecchio attento, e Progenitor decolla, dopo il massacro Ashes of Old Earth, per donare ancora una volta una visione dello spazio che, ad ogni album lascia in noi sensazioni ed emozioni differenti, come la trama e le varie avventure di un’odissea, iniziata ormai più di dieci anni fa con The Assembly of Tyrants.
Benissimo ha fatto il gruppo a non soffermarsi troppo sulla monolitica magniloquenza di Acheron, il nuovo album traccia altre coordinate su cui l’astronave Mechina viaggia, non solo death metal sinfonico e industrial ma dark wave ottantiana, specialmente nella sublime Anagenesis, capolavoro di Progenitor, alla pari con Cryoshock e la title track, posta in chiusura e che torna al death metal sinfonico dalle ritmiche devastanti a cui ci hanno abituato questi fenomenali musicisti americani.
Progenitor è un altro album mostruoso sotto ogni aspetto, la totale perfezione nell’amagalmare le orchestrazioni sinfoniche al metal estremo moderno, a cui si aggiungono atmosfere sempre differenti che fanno dei Mechina degli assoluti maestri.
Il viaggio è finito, scendiamo dall’astronave e salutiamo i due ufficiali sperando che sia un arrivederci al prossimo anno: 1-1-2017, io li sto già aspettando.

TRACKLIST
1. Mass Locked
2. Ashes of Old Earth
3. Starscape
4. Cryoshock
5. The Horizon Effect
6. Anagenesis
7. Planetfall
8. Progenitor

LINE-UP
Joe Tiberi- Guitars, Programming
David Holch- Vocals

MECHINA – Facebook

Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.
No Comments

Post A Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

Kensington – Control

La band capitanata da Casper Starreveld ha creato un album che ha il destino già scritto prima di arrivare all’orecchio dei fans, una raccolta di canzoni pregna di atmosfere melanconicamente melodiche, con più di un riferimento al rock alternativo degli ultimi vent’anni, molto britannico concettualmente, ma assolutamente già sentito sui canali e radio specializzate in musica e cultura indie.

The Pier – The Pier

Per gli amanti del genere un album da ascoltare a più riprese, ed una band da seguire visto l’enorme potenziale artistico.

Somnium Nox – Apocrypha

Con coraggio e personalità i due musicisti australiani incorporano in un’unica opera quella che è stata l’evoluzione del genere dagli ormai lontani primi anni novanta