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Recensione : Matt Fraction / Chip Zdarsky – Sex Criminals

Jon e Suzie hanno un segreto. Possono fermare il tempo. Sì, facendo sesso.

Matt Fraction / Chip Zdarsky – Sex Criminals

Divertita e incuriosita ripongo Sex Criminals, graphic novel firmata da due big del comic made in USA, Matt Fraction e Chip Zdarsky. Gli eroi del fumetto stanno cambiando o sono cambiati da tempo. Ma questa, ancora non l’avevo sentita.

I due protagonisti, Suzie e Jon, hanno un potere: sono in grado di fermare il tempo. Ma attenzione, possono farlo solo avendo un orgasmo. E l’uccello di Jon si illumina. Sul serio.
Suzie l’ha scoperto un giorno nella vasca da bagno, Jon sotto le lenzuola del suo letto da quindicenne, con in mano una fotografia equivoca.
Da allora è cambiato tutto.
Se ci infiliamo un passato familiare (di lei) travagliato e un po’ triste, e un disturbo (di lui) oppositivo provocatorio e deficit dell’attenzione, il gioco è fatto.
È una storia che si articola attorno a un’idea fuori dagli schemi.
Il tempo di ferma quando si masturbano o quando fanno sesso, ma solo per loro, solo per quelli come loro.
Per entrambi, prima di trovarsi, questa facoltà è all’inizio una scoperta, poi un gioco, quindi un’occasione, ma alla fine la ragione dell’isolamento.
L’esperienza della diversità che diventa solitudine o la solitudine come esperienza della diversità.
Quando perdono la verginità in stanze di dormitori universitari inospitali, con in sottofondo una colonna sonora tragicomica per Jon, la delusione è enorme, il dolore pazzesco. Si ritrovano tra le braccia di un corpo immobile, impossibilitati a comunicare con chiunque, avvolti da un lenzuolo, bisognosi di calore.
Continua così una ricerca, compulsiva o timorosa, che si tramuta in bulimia del sesso, una voracità inarrestabile, nel tentativo costante di colmare quel vuoto, alimentando la speranza di trovarsi davvero con qualcuno.
Ricorda qualcosa? I parallelismi con la realtà si sprecano. La società consumista e tutte le sue dipendenze.
“C’è un rombo sordo che diventa lento, e poi… poi tutto torna normale e schifoso”.
“Non importa… quando finii… ero ancora solo”.
Suzie lavora in una biblioteca, e una banca orca e padrona si sta mangiando quel posto, libro per libro, a suon di interessi e insolvenze. Con la sua migliore amica decide di organizzare una festa, un fund raising a tema birra, per cercare di contenere le spese e salvare lavoro e cultura. Suzie non ha voglia di conoscere nessuno, si è un po’ isolata dopo le reiterate delusioni e se ne sta seduta in disparte. Un tale le si avvicina e le chiede qual è il suo libro preferito. Lolita. Lui non lo conosce, ma sa che Kubrick ci ha fatto un film. Jon è poco distante e si avvicina, con le parole di Nabokov si insinua nel dialogo e quelle tre sillabe, Lo-li-ta, dalla punta della lingua, sul palato, ai denti, piccola Lolita, bussano dolcemente nel bozzolo di Suzie, la incuriosiscono, la conducono lontano.
Da lì la conversazione si articola e decidono di lasciarsi andare entrambi. Di nuovo fra le braccia di un estraneo, di nuovo la rottura dell’intimità, di nuovo la certezza che a un certo punto si ritroveranno soli, nel tempo congelato di un attimo che può durare ore. E invece no. La sorpresa è davvero grande quando si incontrano in questo limbo così singolare, che la penna sfuma in colori tenui.
La “quiete” per Suzie, o la più prosastica “Schizzoland” per Jon.
Si conoscono a suon di battute, il sesso finalmente campo aperto, sarcasmo dolce e complice, una strada da fare insieme, per la prima volta. Tra l’altro Suzie è praticamente uguale alla donna della foto che Jon aveva in mano la prima volta che è andato a Schizzoland … sarà un caso?
Un incontro, come tanti, se non fosse che lui conosce a memoria un brano del romanzo preferito di lei, che lei ha lo stesso segreto di lui, che insieme faranno l’unica cosa che possono fare due che hanno il potere di fermare il tempo dandoci dentro: rapinano banche. Per una buona causa, certo, per salvare la biblioteca. Attenzione ragazzi però, c’è la Polizia del sesso!
Questo è solo il primo volume della serie, che ha sbaragliato il mercato negli States, eletto nel 2013 da «Time» miglior serie a fumetti dell’anno.
Leggere Sex Criminals implica un buon grado di abbandono e soprattutto leggerezza. Non è necessario prendersi sempre troppo sul serio. Mi sono lasciata andare al sarcasmo, alle tavole disegnate ad arte, al gioco di Suzie e Jon, ma senza sottovalutare quella malinconia iniziale, che sopravvive nei due ragazzi anche dopo molte pagine. Poi ci si può vedere quello che si vuole, come in tutto. Di sicuro la disinvoltura con cui si tratta la tematica sessuale, che non significa volgarità, ma finalmente normale coinvolgimento (è importante, non è un tabù, non ha risvolti oscuri).
In ogni caso basta goderselo.
Sorpresa, una storia che scorre fluida sotto gli occhi, colori vivaci, stampa made in BAO Publishing, quindi garanzia di qualità. Come si dice? Un bell’oggetto? Sì, davvero un bell’oggetto, che guarda caso ha un contenuto tutto particolare e ingenuamente divertente (imperdibile l’appendice con lo sketch di Matt e Chip che si fingono cliente e squillo di una sex hotline).
Cara BAO, a quando il numero due?

 

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