Sono lì davanti a me e sono rapito.
E’ la prima volta che li vedo dal vivo e nonostante conosca molto bene almeno due di loro sono lo stesso stupefatto e incantato come se fossero caduti da un pianeta lontano, sconosciuto e lussurioso. Il cantante è corpulento indossa il chiodo, un passamontagna nero e inforca un paio di occhiali da sole dello stesso colore. L’atmosfera e la temperatura sono torridi ma lui si agita scompostamente in un mare di sudore e suoni saturi. Il batterista detta il tempo fra un pezzo e l’altro, 1-2-3-4.
I brani si susseguono senza un attimo di sosta ed il suo tocco ramonesiano è talmente infallibile da sembrare sopranaturale. Chitarra e basso feriscono ed ammaliano allo stesso tempo come lame che trafiggono la pelle di uno slave di velvettiana memoria. Non mi guardo intorno per vedere ciò che provano le persone attorno a me, sono inebetito ed il suono mi trascina lontano, molto lontano. Da quel giorno, non ricordo quando fosse ma in fondo che importa, ho avuto la fortuna di vederli dal vivo altre volte, ma la sensazione è sempre quella. Una finale dei centro metri alle olimpiadi. Nessuna tattica, solo essere più veloci possibili con lo sguardo protratto verso il traguardo senza curarsi di chi sta nelle altre corsie.
Nel frattempo i nostri hanno già licenziato un 7″, che senz’altro avrete, ed escono ora con un album intero che è la quintessenza del punk. Dieci pezzi bruciati in pochi minuti, nessun fronzolo, nessun orpello, solo energia ed attitudine. Si comincia con Cripta 33 veloce, sostenuta, immediata, Lei è lei e chi non la riconosce è un essere commiserabile mentre Robert Morgan è anthemica e si propone come pezzo da cantare a squarciagola sotto il palco. Devilman story è puro Ramones style, Tsi-na-fu fa seguire ad un inizio enigmatico pochi secondi di furia hardcore esattamente come quelli di A.M. 13, Metamorfosi è un distillato di autentico punk’n’roll con tanto di melodia ed il pezzo più lungo dell’album (2′”20″!?!), mentre La città verrà distrutta all’alba è il loro cavallo di battaglia, una delle canzoni punk italiane con la maggior presa che io ricordi, ascoltatela e se non la pensate come me masturbatevi sulla vostra copia di Dark side of the moon.
Chi definirà gli Esperimento del dottor K un clone dei Misfits o un semplice gruppo horror punk o, ancor peggio, giudicherà inappropriato il cantato nella nostra lingua è fuori strada e pure di brutta maniera. Qui c’è tutto quello che io voglio sentire, chi mi segue (siete pochi ma buoni) sa di cosa sto parlando.
P.S.: Un disco è bello fin dalla copertina e questo album ne ha una bellissima, chissà chi l’avrà realizzata?
P.P.S.: Questa recensione è stata buttata giù di getto e ascoltando a volumi indegni un disco di Eddie & the Hot Rods, mi si scusino gli eventuali strafalcioni, ripetizioni ed errori di battitura.
Track List
1) Cripta 33,
2) Lei,
3) Robert Morgan,
4) Notti di terrore,
5) Voglio cibarmi di te,
6) Murder Legandre,
7) Devilman story,
8) Let’S creepy crawl again,
9) Tsi-na-fu,
10) Dargos,
11) A.M. 13
12) Metamorfosi,
13) La città verrà distrutta all’alba