iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999
Cerca
Close this search box.

Recensione : Lava Lava Love – Au Printemps

Era l'estate del 2011 quando i Lava Lava Love uscirono con il loro spensieratissimo esordio a tinte calde e brillanti, A Bunch Of Love Songs And Zombies. Nati dall'idea di un paio di musicisti con parecchia esperienza alle spalle (Massimo e Vittorio) e qualche nuovo amico conquistato (Andrea, Florencia) o ritrovato (Oliviero), per la loro seconda fatica restano in casa con la genovesissima The Prisoner Records, con il benestare di Mezzala, capoccia dell'etichetta, e in compagnia di, tra gli altri, Iacampo, Kramers e Tarick1.

Li avevamo lasciati con l’estate in pieno fulgore dunque, ora invece li ritroviamo con la primavera, o così almeno promette il titolo e un po’ anche il packaging, con i suoi alberi écru popolati di uccellini stilizzati e sfumature acquerello. Ci si aspetterebbe dunque un raddolcimento dei toni, meno esplosioni e più soffusione sul fronte sonoro: in parte è così, ma non solo. Quel che sembra certo però, è che il gruppo abbia cestinato senza riserve l’effetto sorpresa tipico del secondo disco, concentrandosi invece su cambiamenti millimetrici, piccoli raddrizzamenti di timone appena percettibili.

Sono canzoni che vanno a bussare la porta direttamente ai quei nostalgici che hanno iniziato ad ascoltare musica quando le chitarre erano ancora delle prime donne, cresciuti davanti alle prime serie TV importate d’oltreoceano, il cui insegnamento più immediato è stato che ad ogni emozione corrisponde un accompagnamento musicale. Spesso sono atmosfere di soffondo, che richiedono l’intimità di una camera ed evocano situazioni archetipali: amori lontani (Annie Serena Malahus) e Puma Suede nuove nella neve (It Snows in Hell), prove tecniche di nuovi amori (Don’t Try to Get in My Life), autolesionismo (All the Children Want Their Milk) e bigamia (Both).

Musicalmente, la formula di base non cambia nella sostanza rispetto al predecessore: la tenzone vocale è sempre tra la dolce spensieratezza di Florencia e il tono caldo di Vittorio, sfrontate chitarre anni ’90 con qualche timida apparizione di basso (It Snows In Hell, The Light At The End Of The Tunnel), batteria non troppo ingombrante e giusto a volte qualche tastiera (Both, All The Children Want Their Milk, I Hate The Summer). Gli aggiustamenti sono nei toni: tutto si fa un po’ più nostalgico, un po’ meno vitale, un po’ più ovattato (vedi Before You Were Born) senza cadere nella nenia o nel disperato. Non mancano piuttosto momenti di sole del disgelo qua e là: le già citate Don’t Try To Get In My Life, con la sua forza testosteronica, e Annie Serena Malahus, dalle atmosfere sghembe e spensierate, possono esserne due buoni esempi.

Malgrado il disco si ispiri a sonorità ormai completamente universalizzate e, almeno all’apparenza, “sicure”, il gruppo riesce a dribblare la trappola e non cadere nel copia-incolla inconscio delle proprie influenze. Con Au Printemps i LLL permettono di rinnovare per altre dodici tracce la magia che sono sicuro aveva suscitato in molti ascoltatori dell’esordio, creando però un’uniformità nella loro discografia che rende particolarmente delicata la posizione di un ipotetico futuro terzo disco e che può rischiare anche di non piacere.

Guardando il lato migliore della medaglia, Au Printemps non manca il bersaglio: così come l’esordio, è un disco che si lascia ascoltare con piacere ad ogni occasione buona, ma che forse rischia di diventare un ascolto en passant, più che un vera e propria “fabbrica di emozioni”. Se si accetta con serenità tutto ciò, il disco diventa un fedele compagno di ascolti, anche se non si può nascondere un po’ di delusione nel vedere che l’elettropop dal sapore nostrano di Both sia rimasto solo una bizzarra parentesi e non il principio di una storia tutta nuova.

Tracklist:
01. Both
02. Before You Were Born
03. (Your Heart Is) Beating The Wrong Time
04. Don’t Try To Get In My Life
05. It Snows In Hell
06. All The Children Want Their Milk
07. Right Time
08. The Light At The End Of The Tunnel
09. I Hate The Summer
10. Annie Serena Malahus
11. Worth The Lie
12. Another Love Song

LAV LAVA LOVE – pagina Facebook

Au Printemps su Spotify

Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

Se Una Notte D’estate Al Berghain

Alla tenera età di 21 anni mi sono ritrovato, dopo varie vicissitudini legate al mio percorso di studi, a poter frequentare un corso di lingua a Berlino per tre settimane. Il Muro, i club techno, il divertimento, la birra che costa meno dell’acqua, le droghe leggere tollerate. Esatto, tutte queste cose e anche qualcosa di più. Se avete degli amici festaioli, vi sarete sicuramente accorti già da tempo che la nuova capitale tedesca ha soppiantato, piuttosto prepotentemente, la altre capitali europee, soprattutto per quanto riguarda scena musicale e vita notturna.

Cosmo – Disordine

Tutti gli addii fanno male. Per fortuna in questo caso ci si trova davanti a una rara eccezione: il disco di Cosmo, ovvero quel Marco Jacopo Bianchi caposaldo degli stessi Drink To Me che, dopo tre dischi in cui non mancava certo di cui entusiasmarsi, hanno deciso di mettersi in pausa. Dalle loro ceneri nasce appunto Disordine, spin-off solista della voce del gruppo, che si cimenta in una formula sicuramente non nuova, ma ancora poco sentita sul suolo nazionale.

Ivenus – Dasvidanija

Synth, pop e disagio, la formula magica de iVenus tenta a tutti i costi di piacere e ci riesce, sempre si riesca ad abbandonare ogni velleità.

Spotify

È passato poco più di un mese da quando il colosso londinese ha deciso di sbarcare anche in Italia con il suo programma tipo-iTunes-ma-in-streaming-e-gratis-ma-se-paghi-hai-roba-in-più. Chiunque abbia provato a installarlo e collegarlo al proprio profilo Facebook mi capirà, se dico che non è difficile entusiasmarsi. Gli adepti sono infatti cresciuti stabilmente giorno dopo giorno, andando a pescare da un pubblico piuttosto eterogeneo e non solo dai soliti hipster nerdeggianti che non si fanno scappare l’ultima supposta rivoluzione post-MySpace (di prima generazione).

RIMANI IN CONTATTO

CANALE TELEGRAM
GRUPPO WHATSUP