Della rivoluzione industriale nella nostra società è rimasto ben poco. Delle sferraglianti e fumose industrie che agitavano le città dando tranquillità a chi vi lavorava dentro, sono sopravvissuti solo dei vuoti altari.
Ciò che stiamo subendo adesso è ben peggio della fabbrica, è una schiavitù silente, ammantata di wi fi e bling bling, dove andiamo al macello contenti come previsto dal macellaio Aldous Huxley. In fondo, dietro e dentro a tutto ciò è rimasta però una bassa frequenza di fondo, un’ombra che agita le notti insonni di alcune persone che ancora non si arrendono e fanno rumore, in questo caso rumore elettronico. Kronstadt Noise è uno pseudonimo che nasconde un ragazzo genovese che ha già avuto molte avventure tra synth e computer, e che ora esce con il suo lavoro più dark e splendidamente sconfitto. Queste due tracce sono una dichiarazione d’amore per un’elettronica che rimane sempre sommersa nell’underground, ma che è splendida e combatte nelle retrovie. Non è catarsi, perché l’harsh spinge sotto le ceneri ed alimenta nuovi bianchi fuochi notturni. Le tenebre, invece di confondere, in questo caso rendono più nitide le visioni di queste canzoni, e sembra che risveglino vecchi fantasmi fra calate e fabbriche abbandonate. Non c’è speranza, solo nevrosi e straniamento, per descrivere la nostra vita che ha manifestamente un ritmo innaturale. Kronstadt Noise è un progetto che non è dato sapere se continuerà, ma queste due grida arrivano fin nelle nostre scapole, superando un cuore già scappato da anni.
TRACKLIST
1.Piece rate system
2.Peter’s funeral
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