Le atmosfere veloci e crepuscolari di Wireless, costruite su synth e batteria incalzante, aprono il disco accarezzando con la loro sognante delicatezza, mentre il più claustrofobico scorrere di Dominio, accompagnato dalle brevi derive industrial della più lenta e spigolosa Individual Routine, introducono la spigliata e leggera Drive.
L’ampia Dark Star, affondando le radici in affascinanti paesaggi interstellari (in costante mutamento), cede il passo al morbido cullare di Funeral, lasciando che a proseguire siano i profondi viaggi nell’oscurità di 1-D e il tepore solare di Children In Love. La rilassata e pacifica Kids Kids Kids, basata quasi completamente sull’utilizzo del vocoder, fa da apripista al vigore dell’ariosa Neverland, la quale, contrapponendosi all’ipnotica tastiera di Evil, si scioglie di fronte allo spirito sognante di Piece Of Us. Save, infine, estremamente coinvolgente e raffinata (forse il pezzo migliore del disco), dà spazio ai brevi rumori di Berlin e all’altrettanto coincisa New Poets.
Il nuovo capitolo dei JoyCut si rivela essere, ancora una volta, un lavoro su cui vale la pena spendere moltissimi ascolti. I quindici brani presentati, mescolando new wave, elettronica e briciole di post rock, mettono in luce una personalità ormai più che definita. Un album denso di qualità e fascino.
Tracklist:
01. Wireless
02. Dominio
03. Individual Routine
04. Drive
05. Dark Star
06. Funeral
07. 1-D
08. Children In Love
09. Kids Kids Kids
10. Neverland
11. Evil
12. Pieces Of Us
13. Save
14. Berlin
15. New Poets
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