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Recensione : Jeff Angell’s Staticland – Staticland

Staticland conferma il valore di questo talentuoso musicista statunitense e si rivolge agli amanti del rock americano, ancora una volta portato agli onori della cronaca da uno dei suoi più fedeli figli

Jeff Angell’s Staticland – Staticland

Nei meandri del rock americano degli anni novanta molti musicisti hanno vissuto all’ombra delle stelle dell’alternative/grunge, sfuggiti al grande pubblico ma seguiti da chi, non vivendo la musica come moda, ha continuato ad interessarsene delle sorti.

Jeff Angell guarda caso ha iniziato la sua avventura musicale proprio tra le nebbie della piovosa Seattle, con i rockers Post Stardom Depression prima ed in seguito con i The Missionary Position, dove la propria musica comincia ad odorare di blues rock.
Il successo arriva in seguito, complice la collaborazione con Barrett Martin(Screaming Trees, Mad Season), Duff McKagan (Guns’n’Roses),Benjamin Anderson e Mike McCready dei Pearl Jam con cui forma i Walking Papers e comincia a girare per le arene rock supportando Alice in Chains, Jane’s Addiction e Aerosmith.
E’ tempo di un album solista, anche per la pausa forzata del gruppo, così Angell accompagnato dal fido Benjamin Anderson, si mette al lavoro su Staticland debutto della band omonima, lavoro che esplora il mondo del rock partendo dagli anni novanta ed arrivando fino ad oggi in compagnia del blues, genere ispiratore da sempre dell’Angell autore.
Alternative rock, dunque, con uno spirito blues ed una buona dose di musica settantiana, per questa raccolta di songs d’autore, dove la parte elettrica gode di un chitarrismo affilato e sporco, ma la parte del leone la fanno le ballad, struggenti, pregne di nostalgia ma splendidamente americane e con una, neanche tanto velata, sfumatura southern.
Vario così da non lasciare mai l’ascoltatore senza qualche sorpresa, il songwriting di Staticland si aggira come un falco sul mondo del rock, ed in picchiata, azzanna e porta con se un bel po di rock anni settanta (Led Zeppelin, Bad Company), prede dal rock di Seattle (Mad Season), noise (Sonic Youth) e rock’n’roll alternativo (White Stripes).
Non siamo di fronte ad un minestrone di generi, con buona padronanza della materia Angell conquista subito l’ascoltatore e l’album si fortifica, sulle ali del blues rock man mano che i minuti scorrono e le canzoni passano in rassegna con il cuore dell’album formato da tre capolavori, The World Is Gonna Win, Nola I’ll Find You.
Staticland conferma il valore di questo talentuoso musicista statunitense e si rivolge agli amanti del rock americano, ancora una volta portato agli onori della cronaca da uno dei suoi più fedeli figli.

TRACKLIST

1. Everything Is Wrong
2. The Edge
3. Never Look Back
4. Band-Aid On A Bullet Hole
5. Phantom Limb
6. The World Is Gonna Win
7. Nola
8. I’ll Find You
9. High Score
10. If You Only Knew
11. Tomorrow’s Chore
12. Freak
13. The Past Where It Belongs
14. The Cure Or The Curse
15. Let The Healing Begin

LINE-UP

Jeff Angell – vocals, guitar
Benjamin Anderson – keys, bass
Joshua Fant – drums

VOTO
7.80

URL Facebook
http://www.facebook.com/staticland

https://www.youtube.com/watch?v=G0xgliGiNB0

DESCRIZIONE SEO / RIASSUNTO
, album che si colloca in un’ottima posizione tra le ultime uscite del genere.

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