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Recensione : Jack Of Heart – Only Seven Inches For Your Girlfiend?

Jack Of Heart - Only Seven Inches For Your Girlfiend?: Tornano i Jack of Heart, con una stupefacente collezione di vecchi 7” a cavallo tra psichedelia sixties e rumore bianco,...

Tornano i Jack of Heart, con una stupefacente collezione di vecchi 7” a cavallo tra psichedelia sixties e rumore bianco, pregni di un’attitudine garage in bassa fedeltà.

Dopo l’impressionante esordio dei parigini Catholic Spray, la Teenage Menopause Records torna a proporci del fresco e devastante rock’n’roll con questa straordinaria raccolta di introvabili 7” (rimasterizzati) dei Jack Of Heart, band che raccoglie al suo interno ex membri (ehm, su, siamo seri eh!) di Demon’s Claws, The Fatals e Sonic Chicken Four. Gente che di devastazioni se ne intende, insomma.

Cercate di sorvolare sul titolo (quello dell’album o il nome dell’etichetta? Bo, fate voi!), mettete il disco sul piatto e godetene. Si, perché qua dentro ce n’è di che godere! Ed è qualcosa che va oltre i 7 pollici, altroché! Questa secondo full length dei Jack of Heart è un piacevolissimo concentrato di psichedelia tardo sixties e rumore bianco anni zero, che a tratti impressiona per la maestria della proposta e la passione che trasuda. È come se, provate ad immaginare, i 13th Floor Elevators avessero incontrato i Thee Oh Sees per una gustosissima jam all together! Rende? No, non credo. Proviamo dunque ad addentrarci tra i meandri dell’album.
Il disco parte come immerso in una nebbia psichedelica che non si riesce a vedere il fondo (It’s You). È una disperata ricerca della luce, che passa attraverso suoni acidi e riverberati poggiati su un tappeto folk-rock: ed è un po’ come se i Nostri avessero deciso di riportare in vita gli immensi 13th Floor Elevators, rendendoli più dolci (per quanto possibile) e dark.

San Francisco è un’ode noise e lo-fi alla patria del rock acido: ma è come se, dopo aver ospitato l’estate dell’amore, i Jack of Heart aspirassero a trasformare Frisco nella patria del noise più urticante. Il pattern si ripete con il garage-noise di My Love In Vain, un incrocio estremo e feroce tra la psichedelia garage dei sixties (ci sono i primi Kinks che fanno capolino tra brandelli di rumore) e la disperazione degli anni zero, con il fuzz e le urla messe lì a sporcare la melodia acida. Si torna su territori più psichedelici “classici” con Tell Me Lyres e, soprattutto, con Nowadays, un brano che potrebbe essere stato scritto dagli Electric Prunes se avessero avuto più acido e distorsori a disposizione. C’è pure la splendida cover di 96 Tears dei ? & The Mysterians, messa lì a chiudere un lotto quasi perfetto (quello che manca, forse, è la coerenza del tutto) fatto di acidità, rumore e sporca attitudine garage punk.

Una buona collection di singoli, insomma, che si presenta come un bel regalo ai fan dei Jack of Heart e sarà senz’altro capace di sfamare le bocche mai sazie degli appassionati di rock acido e di bassa fedeltà.

Jack Of Heart-Only Seven Inches For Your Girlfiend?

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