Bologna Violenta, Genova Urla e Torino s’adopera. Sembra un versetto del Vangelo ma riprende la realtà, non troppo cruda di tre città che messe a confronto sanno dare il meglio, e senza competizione.
Di notte solamente le strade e la velocità adibita alle stesse sanno distinguere queste officine prodigiose, dettando gli algoritmi della produttività. E ripeto: non c è un podio quando si parla di DIY ma cooperazione e scambio di informazioni utili ad alimentare un roster carico di suggestioni sonore che con il tempo si consolidano. Prendendo ad esempio il flusso incanalato nella scacchiera torinese, ipotizziamo di entrare in macchina per un giro serale: viali diritti, ampi parcheggi e zone industriali all’interno degli stessi quartieri, riportano alla realtà ciò che le sale di registrazione producono a scapito dei gruppi.
Se l’inciso promette bene come i titoli di apertura, I Fasti sanno mettere tutto il necessario per accompagnare durante questo tragitto, conducente e passeggeri: narrazione, melodia e ritmo. Non è affatto un limite essere paragonati/bili ad una orchestra mignon in grado di creare OST, contando che la linea vocale assegna un timbro a tratti calzante quanto sospeso. Ecco il senso di movimento che si prodiga e si diletta in un crescendo sempre più ritmico, alternando i due bassi dai due computer, che simili a sonar scandagliano le profondità emotive, al di fuori del finestrino. Il profilo onirico che ne consegue dalla recensione, postumo all’ascolto, è merito dell’impegno nella ricerca sonora quanto vocale svolta in anni di ricerca e riassunti in 5 dischi (con l’attuale Palestre) di cui “OFF” citato e riconosciuto come gioiello atipico allegato all’opera letteraria di Marco Magnone. Cosa inoltre denota la guardia che in anni questo sestetto ha meritato è stata la partecipazione all’era spaziale (Era Spaziale Festival, NoFest!, Punk Monster Fest, If The Bomb Falls, Diy Yeah Fest ecc.) condividendo il palco assieme alla vera scena indipendente italiana, quella nipote ai Massimo Volume , per intenderci. Le due chitarre infatti, complementano la sfera sonora rendendola più catchy e non necessariamente eterea, non come solo Brian Eno può fare. Il nuovo album Palestre, prodotto da 211dB, è già uscito il 28 marzo 2015 con distribuzione digitale a cura di I Dischi Del Minollo ma in questi giorni il clip di Seminole (ispirato all’omonimo gruppo) sta aiutando il pubblico a riapprezzare l’intero disco, vista la scelta come singolo.
Line-up:
Rocco: voce
Fede: basso & beat
Roberto “Furfi”: basso & synth
Andrea: chitarre
Eros: chitarre
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