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Recensione : General Lee – Raiders Of The Evil Eye

I General Lee che, in poco più di mezz’ora, riversano sull’ascoltatore un carico di intensità inversamente proporzionale alla durata di “Raiders Of The Evil Eye"

General Lee – Raiders Of The Evil Eye

Quando si cita il Generale Lee i più colti penseranno subito al comandante delle forze confederate durante la guerra di secessione, mentre i meno colti e meno giovani (come il sottoscritto) andranno con la mente alla mitica auto usata dai protagonisti del telefilm anni ’80 Hazzard; quale che sia la derivazione del monicker, i General Lee sorprendentemente non arrivano dal profondo sud degli States ma da Bethune, cittadina di provincia situata nel nord della Francia.

Dopo questa amena digressione storico geografica, arriviamo al dunque dicendo subito che questo disco è semplicemente favoloso e il fatto che, nonostante questo, nessuna etichetta si sia presa la briga di produrlo è uno degli ennesimi misteri da affidare a “Kazzenger” …
I sei ragazzi transalpini si muovono nei vasti territori, dai confini piuttosto labili, del post-metal ma il tutto avviene in maniera così fresca, spontanea ed intensa che i brani finiscono per sgorgare con un’immediatezza rara per le abitudini del genere .
Prendendo come termine di paragone un altro dei dischi più riusciti negli ultimi tempi in tale ambito, “Faemin” dei Process Of Guilt, risalta subito la diversa matrice delle due band: mentre i portoghesi affondano le proprie radici nel death doom, i francesi inglobano nella loro proposta evidenti influssi hardcore.
Dato che l’esito finale è eccellente in entrambi i casi, si può tranquillamente affermare che le vie per arrivare all’eccellenza possono essere sì differenti, ma sempre accomunate dal talento e dalla costante voglia di evolversi.
I General Lee esprimono tutto il loro livore nei confronti del mondo che li circonda in sette tracce di media durata tre le quali risplende come una supernova l’anthemica The End Of Bravery, da cantare a squarciagola come del resto fa il bravo Arnaud. Non che il resto del disco sia da meno, basta ascoltare l’opener The Witching Hour dove l’aggressione vocale e sonora viene bilanciata da una chitarra solista che traccia linee melodiche da brividi, Medusa Howls With Wolves prosegue sulle medesime coordinate, mentre sia Alone With Everybody sia la strumentale Overwhelming Truth rallentano decisamente l’andatura, collocandosi su terreni meno abrasivi. Già detto di The End Of Bravery, anche LVCRFT presenta atmosfere più introspettive pur mantenendo sempre elevata l’intensità emotiva, mentre Running With Sharp Scissors, dopo una sparata iniziale chiude l’album con un bel finale intriso di malinconia.
Francamente questo lavoro è una vera sorpresa, oltre che un’autentica ventata d’aria fresca, in un genere che vede troppe band esprimere un sound che implode al proprio interno, senza riuscire a rappresentare in maniera compiuta il malessere che ne costituisce le fondamenta.
Cosa che non succede ai General Lee che, in poco più di mezz’ora, riversano sull’ascoltatore un carico di intensità inversamente proporzionale alla durata di Raiders Of The Evil Eye, confermando che il dono della sintesi è un valore aggiunto in qualsiasi attività, artistica e non.
Da ascoltare e supportare, assolutamente !

Tracklist :
1. The Witching Hour
2. Medusa Howls With Wolves
3. Alone With Everybody
4. Overwhelming Truth
5. The End of Bravery
6. LVCRFT
7. Running With Sharp Scissors

Line-up :
Arnaud – vocals
Vincent – bass
Paul – drums
Fabien – guitar
Martin – guitar
Alex – guitar

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