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Recensione : Finister – Please, Take Your Time

Giovani, carini e motivati

I Finister sono bravi, e non se la tirano, sono giovani e dal vivo fanno la loro porca figura, quindi direi che si sono guadagnati l’ impagabile onore di finire sulle rinomate pagine virtuali di Inyoureyes. A parte gli scherzi, la band fiorentina dimostra nelle otto canzoni di questo album le sue indubbie capacità – peraltro già palesate nel loro precedente album – confezionando un disco bello ed intenso.

Il buon Stefano aveva già recensito Finister – Suburbs Of Mind nel 2015

Le atmosfere sono per lo più “autunnali” ma ciò non impedisce all’ascoltatore di godere di un viaggio musicale sognante ma allo stesso tempo impervio ed affascinante. Si comincia (con Lighter) e si chiude (con Skyscrapers) con atmosfere molto vicine ai Massive Attack forse la band che più influenza il suono della giovane formazione toscana. In mezzo ci sono il basso alla Soul Couching – mi piace tantissimo l’uso che i Finister fanno di questo strumento – che segna l’inizio di A Free Bug che poi si dipana in un mood particolarmente sinuoso, i ritmi più serrati di Pan Tribal un pezzo che molte band di new wave inglesi attuali si sognano, la sensibilità pop e l’anima dance molto Madchester (Happy Mondays in primis ma anche Charlatans, e tante altre cose di casa Creation) di My Deepest Faces ed il Bristol sound alla Groove Armada / Thievery Corporation / Portishead di I Can See You nella quale il sax contribuisce a creare atmosfere squisitamente jazzate.

Che i nostri siano bravi non lo dice solo il Santo ma lo pensa anche un personaggio del calibro di Howie B quindi se non credete a me almeno fatelo con lui.

E sopratutto, dopo aver fatto vostro questo disco, tentate di vederli live, meglio se in un ambiente piccolo ed accogliente, solo così potrete provarne l’efficacia e la bravura.

 

Track List
1) Lighter,
2) A Free Bug,
3) I Know That I Can Be With You,
4) Pan Tribal,
5) My Deepest Faces,
6) Vapor,
7) I Can See You,
8) Skyscrapers

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