Il compito di aprire il lavoro spetta al lento crescere in pathos ed emotività di The Same Mistake che, tra chitarre lievemente arrugginite e melodie coinvolgenti, entra in testa già dal primo ascolto. Out Of The Blue, ben più immediata e diretta, disorienta con i suoi cambi di ritmo e registro, introducendo l’esoticità malsana e distorta di High Noon e l’incalzante oscurità dell’aggressiva High Roller.
Broken, prosegue su territori più caldi e desertici, confondendo con il suo piglio lisergico, mentre Liquid Sky, decisa e determinata, scorre su sonorità sghembe fino alla forza tellurica della breve After Party (meno di due minuti di durata) e al ruvido (ma allo stesso tempo delicato) procedere di 24.
French, infine, più incombente e ansiogena a causa delle sue improvvise esplosioni, cede spazio all’oscuro avvolgere della conclusiva Flesh A Bone.
Il primo disco delle tre ragazze israeliane sorprende in maniera positiva. Le Echo Bench, infatti, calibrando con precisione ruvidità degli strumenti e delicatezza della voce, sfornano canzoni allo stesso tempo corpose e accattivanti.
Ciò che ci viene proposto è un album che, seppur in apparenza sembri difficile da metabolizzare, nei fatti, invece, scorre veloce e senza intoppi. Un debutto più che promettente.
Tracklist:
01. The Same Mistake
02. Out Of The Blue
03. High Noon
04. High Roller
05. Broken
06. Liquid Sky
07. After Party
08. 24
09. French
10. Flesh A Bone
Line-up:
Noga Shatz
Shahar Yahalom
Alex Levy
www.v4v-records.it