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Recensione : Echo Bench – Echo Bench

Con già un disco live e un breve ep dalla loro, le tre israeliane Echo Bench (Noga Shatz, Shahar Yahalom, Alex Levy) debuttano per l'italiana e sempre più promettente V4V Records con il loro primo disco lungo. L'album, battezzato con lo stesso nome della band, si compone di dieci ruvide canzoni in grado di mescolare con buoni risultati pop, noise e rigurgiti anni '90.

Il compito di aprire il lavoro spetta al lento crescere in pathos ed emotività di The Same Mistake che, tra chitarre lievemente arrugginite e melodie coinvolgenti, entra in testa già dal primo ascolto. Out Of The Blue, ben più immediata e diretta, disorienta con i suoi cambi di ritmo e registro, introducendo l’esoticità malsana e distorta di High Noon e l’incalzante oscurità dell’aggressiva High Roller.
Broken, prosegue su territori più caldi e desertici, confondendo con il suo piglio lisergico, mentre Liquid Sky, decisa e determinata, scorre su sonorità sghembe fino alla forza tellurica della breve After Party (meno di due minuti di durata) e al ruvido (ma allo stesso tempo delicato) procedere di 24.
French, infine, più incombente e ansiogena a causa delle sue improvvise esplosioni, cede spazio all’oscuro avvolgere della conclusiva Flesh A Bone.

Il primo disco delle tre ragazze israeliane sorprende in maniera positiva. Le Echo Bench, infatti, calibrando con precisione ruvidità degli strumenti e delicatezza della voce, sfornano canzoni allo stesso tempo corpose e accattivanti.
Ciò che ci viene proposto è un album che, seppur in apparenza sembri difficile da metabolizzare, nei fatti, invece, scorre veloce e senza intoppi. Un debutto più che promettente.

Tracklist:
01. The Same Mistake
02. Out Of The Blue
03. High Noon
04. High Roller
05. Broken
06. Liquid Sky
07. After Party
08. 24
09. French
10. Flesh A Bone

Line-up:
Noga Shatz
Shahar Yahalom
Alex Levy

www.v4v-records.it

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