Un’altra orrenda notizia arriva a funestare il 2025 in termini di dipartite nel mondo del rock ‘n’ roll. Il 27 agosto, infatti, ci ha lasciati anche Jim Kimball, batterista americano molto apprezzato nella comunità underground indipendente R’N’R statunitense e non solo. Aveva 59 anni e la cause della sua morte non sono state rese note, ma la notizia è stata confermata sui social network.
Cresciuto con una impostazione classica jazz, tra Michigan e, in seguito, Chicago (Illinois), fu tuttavia testimone di un periodo di profonda trasformazione, alla fine dei Seventies/inizio Eighties, nel mondo del rock, sconquassato dal terremoto sonico-estetico-etico del punk rock (e poi dal post-punk, dall’avvento dell’hardcore punk e derivati) James “Jim” Kimball si è contraddistinto per il suo drumming potente, energico, preciso e intenso, con cui si fece notare soprattutto nella sua avventura coi Laughing Hyenas, esplosiva formazione garage/noise/punk/blues rinomata, dal vivo, per la rumorosa aggressività dei loro concerti selvaggi, e registrando con loro gli album “Merry go round“, “You can’t pray a lie” e “Life of crime” (giocando un ruolo importante nello sviluppo della scena post-hardcore e noise rock, nonché nella espansione e divulgazione del movimento indie rock americano, pur non raggiungendo mai la stessa popolarità di altre band contemporanee più famose) prima di lasciare il gruppo nel 1991 per fondare i Mule insieme all’ex compagno di band Kevin Munro/Strickland: una militanza – incentrata su sonorità blues/alt.rock con venature southern/country, durata tre anni, che fruttò alcuni 7″ e un Lp omonimo, per poi chiamarsi fuori anche da questa esperienza.
Kimball, successivamente, unì le forze col chitarrista dei Jesus Lizard, Duane Denison (e Ken Vandermark) per dare vita al brillante progetto free jazz/avantgarde/math rock Denison/Kimball Trio, che incise tre full length tra il 1994 e il 1998, anno in cuì suonò anche nell’album dei Jesus Lizard, “Blue” (l’ultimo prima di una pausa durata, per l’ensemble di Denison e David Yow, ben ventisei anni, interrotta, soltanto l’anno scorso, dal full length “Rack“) e sedendo dietro le pelli anche nell’Ep omonimo. Nel 1996 contribuì al disco “Boil” dell’one-man band australiano J.G. Thirlwell aka Foetus. Fornì le sue prestazioni anche su due dischi del collettivo indie/alternative rock Firewater. L’ultima sua concreta apparizione risaliva al 2023 insieme ai Ghostforest.










