iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999
Cerca
Close this search box.

Recensione : Donamorte – Gemini

"Gemini", pur risultando gradevole fin dal primo impatto, conserva una sua profondità che lo rende sempre più apprezzabile ad ogni successivo ascolto.

Donamorte – Gemini

I Donamorte, nonostante un monicker che potrebbe far presagire sonorità riconducibili ad altri generi musicali, sono in realtà un trio dedito ad un dark elettronico al cui interno vengono miscelati, con sorprendente abilità, i ritmi ballabili dell’EBM meno commerciale, che ne costituisce l’elemento portante, sferzate industrial riconducibili a certe incarnazioni dei Nine Inch Nails e le pulsioni gothic-rock dei Paradise Lost di “hostiana” memoria.

In effetti, se la title-track apre le danze, nel vero senso della parola, mostrando fin dalle prime note le indiscutibili doti di questi musicisti, la successiva Can’t You Feel It si colloca subito nella scia della band di Mackintosh e co., almeno nel chorus, mentre la successiva End of Your Reign è la tipica traccia in grado di mietere vittime nei più oscuri dancefloor.
Se vogliamo, è proprio questa alternanza di spunti a caratterizzare l’intero album, anche se i Donamorte non disdegnano neppure incursioni su terreni meno convenzionali, come avviene nella horror-sperimentale Necronomicon.
Peraltro, va dato ulteriore merito alla band calabrese di non indulgere troppo spesso in soluzioni scontate o di facile presa e in tal modo il disco, pur risultando gradevole già al primo impatto, conserva una sua profondità che lo rende sempre più apprezzabile ad ogni successivo ascolto.
Si susseguono, così, tracce di eccellente qualità tra le quali spiccano I’ll Be Dust, Psycho End, l’emozionante I Want to Escape e la conclusiva Charade, magnifico atto di congedo per un lavoro francamente inattaccabile su ogni fronte,
Gemini è un lavoro dal respiro internazionale e non può essere certo casuale il fatto che i Donamorte abbiano già ricevuto diversi attestati di stima proprio in Germania, storicamente nazione guida per questo tipo di sonorità; il terzetto è giustamente ambizioso, oltreché fermamente convinto delle proprie notevoli potenzialità e questo, in un ambiente musicale afflitto da un irrimediabile provincialismo come quello italiano, può aver alienato loro qualche simpatia.
Se è vero che mantenere un profilo basso può far guadagnare qualche amico (e qualche voto) in più, fanno comunque bene i Donamorte a cercare di porsi col giusto piglio all’attenzione di un paese culturalmente appiattito come il nostro, nella la speranza (auspicabilmente non vana) che venga finalmente ridestato dal proprio torpore.

Tracklist:
01. Gemini
02. Can’t You Feel It
03. End of Your Reign
04. Down Down
05. I’ll Be Dust
06. Psycho End
07. In the Woods
08. Necronomicon
09. D.r.e.d.a.
10. I Want to Escape
11. Accept and Understand
12. Charade

Line-up:
Armand Donamorte: vocals
Garmo: loops, keyboards and programming
Kaos K: guitars

DONAMORTE – Facebook

Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.
No Comments

Post A Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

Treni ad Altra Velocità – Intervista con Fabio Bertino

Una conversazione con Fabio Bertino, autore in tempi recenti di due libri in cui racconta le proprie esperienze di viaggio lungo il nostro paese, percorrendo linee secondarie o utilizzando per gli spostamenti solo i più “lenti” treni regionali.

Amarok – Resilience

La cifra compositiva degli Amarok è piuttosto personale in quanto, rispetto al più canonico sludge doom, la band californiana non teme di rallentare i ritmi fino a sfiorare un’asfissia scongiurata dal mood atmosferico e melodico che pervade buona parte di un lavoro riuscito come Resilience.

Abysskvlt – mDzod Rum

Gli Abysskvlt, con mDzod Rum, propongono un’opera di grande spessore, sia dal punto di vista spirituale che strettamente musicale, ma non si può nascondere che tali sonorità siano principalmente rivolte a chi possiede un’indole incline alla meditazione.

Silent Vigil – Hope and Despair

Se in passato il sound traeva principalmente linfa dall’insegnamento dei Daylight Dies, tutto sommato Hope and Despair è un album che si muove in continuità con quello stile, che qui viene ulteriormente ribadito dando alla fine l’auspicato seguito, sia pure con il nuovo moniker Silent Vigil, alla brusca archiviazione degli Woccon avvenuta dieci anni fa.