iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999
Cerca
Close this search box.

Recensione : Dawn Of Winter – The Skull Of The Sorcerer

Una buona prova, sicuramente interessante per chi apprezza il doom nella sua versione più classica, con la speranza che sia l’antipasto di una prossima uscita su lunga distanza.

Dawn Of Winter – The Skull Of The Sorcerer

I Dawn Of Winter appartengono alla categoria delle band di culto, ovvero sconosciute ai più ma con uno zoccolo duro di sostenitori, caratteristica accentuata da una produzione piuttosto avara considerando i due soli full-length pubblicati in oltre un ventennio di attività.

Proprio in occasione del ventiduesimo anno di fondazione della band, i doomsters tedeschi hanno dato alle stampe questo Ep che ne conferma lo status offrendo una ventina di minuti di musica del destino di ottima qualità.
L’elemento di spicco della band è il vocalist Gerrit Mutz, più conosciuto nell’ambiente per le sue performance con i Sacred Steel, anche se a mio avviso è proprio con i Dawn Of Winter che offre il meglio delle proprie capacità, forse perché un genere come il doom lo costringe in qualche modo a una prestazione più sobria e controllata rispetto a quanto abituato a fare allorchè si trova alle prese con il power metal.
Infatti Gerrit riesce a conferire al suo operato, senza strafare, una discreta varietà vocale, passando dalle timbriche evocative e stentoree di stampo Marcolin o Lowe a quelle più rabbiose che gli sono abituali in altri contesti, spesso facendolo all’interno della medesima strofa: l’effetto si rivela davvero interessante e fornisce un piccolo elemento di novità in un lavoro che, al contrario, è perfettamente in linea con i dettami del genere.
Candlemass, Solitude Aeturnus e Pentagram sono i termini di paragone più calzanti per il contenuto musicale di questi quattro brani, neppure troppo lunghi per gli standard tipici del doom; mentre le due tracce più brevi Dagon’s Blood e By the Blessing of Death si rivelano maggiormente dinamiche e ritmate, la title track e In Servitude to Destiny mostrano il lato più tormentato e malinconico del quartetto tedesco e ci fanno rimpiangere che questo sia solo un breve Ep e non un album completo.
Una buona prova, sicuramente interessante per chi apprezza il doom nella sua versione più classica, con la speranza che sia l’antipasto di una prossima uscita su lunga distanza.

Tracklist :
1. Dagon’s Blood
2. The Skull of the Sorcerer
3. By the Blessing of Death
4. In Servitude to Destiny

Line-up :
Gerrit P. Mutz – Vocals, Guitars
Joachim “Bolle” Schmalzried – Bass
Jörg M. Knittel – Guitars
Dennis Schediwy – Drums

Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.
No Comments

Post A Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

Treni ad Altra Velocità – Intervista con Fabio Bertino

Una conversazione con Fabio Bertino, autore in tempi recenti di due libri in cui racconta le proprie esperienze di viaggio lungo il nostro paese, percorrendo linee secondarie o utilizzando per gli spostamenti solo i più “lenti” treni regionali.

Amarok – Resilience

La cifra compositiva degli Amarok è piuttosto personale in quanto, rispetto al più canonico sludge doom, la band californiana non teme di rallentare i ritmi fino a sfiorare un’asfissia scongiurata dal mood atmosferico e melodico che pervade buona parte di un lavoro riuscito come Resilience.

Abysskvlt – mDzod Rum

Gli Abysskvlt, con mDzod Rum, propongono un’opera di grande spessore, sia dal punto di vista spirituale che strettamente musicale, ma non si può nascondere che tali sonorità siano principalmente rivolte a chi possiede un’indole incline alla meditazione.

Silent Vigil – Hope and Despair

Se in passato il sound traeva principalmente linfa dall’insegnamento dei Daylight Dies, tutto sommato Hope and Despair è un album che si muove in continuità con quello stile, che qui viene ulteriormente ribadito dando alla fine l’auspicato seguito, sia pure con il nuovo moniker Silent Vigil, alla brusca archiviazione degli Woccon avvenuta dieci anni fa.