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Darking – Intervista

Intervista con Agostino Carpo, chitarrista dei Darking, autori dell'ottimo "Steal The Fire".

Darking – Intervista

Abbiamo chiesto ad Agostino Carpo, chitarrista dei Darking, di parlarci del nuovo Steal The Fire, bellissimo lavoro che unisce passato, presente e futuro di un musicista storico della nostra scena metallica.

iye Ciao Agostino,  complimenti per il bellissimo ultimo lavoro: vuoi raccontarci qualcosa che ancora non sappiamo riguardo a  “Steal The Fire”?

Ciao a voi e grazie per i complimenti per “Steal the Fire”, un disco nel quale crediamo molto! Spero che in parecchi abbiano già potuto ascoltare i nuovi pezzi, almeno per quanto riguarda le canzoni già in rete (“Steal the Fire” che da il titolo al lavoro e “Stormbringer” che è un omaggio al primo gruppo nel quale ho militato negli anni ’80, i Domine). Non ci sono grossi aneddoti dietro la produzione di questo disco anche se, evidentemente, sono successe molte cose: sono infatti passati quasi 5 anni dal primo lavoro e naturalmente le nostre vite sono andate avanti, accompagnate dalla musica … come sempre.
L’evento più importante è stato però probabilmente il cambio di etichetta. Al momento di uscire con “Steal the Fire” l’etichetta che ha prodotto il nostro primo CD “Sons of Steel” ha dovuto affrontare una serie di problematiche che non ci hanno consentito una rapida uscita: dopo qualche mese di stallo ci siamo guardati un po’ intorno e abbiamo spedito il master ad altre realtà. L’impatto è stato buono e abbiamo scelto la Jolly Roger Records di Antonio Keller, che ha creduto nel materiale proposto dai Darking  tanto da farci uscire anche con il formato LP con vinile a due colori, nero e rosso in tiratura limitata: una bella soddisfazione.

iye Da “Sons Of Steel”, il vostro primo full length, a “Steal The Fire” sono passati cinque anni, dove ti ha portato la musica in questo lasso di tempo?

La musica e la vita si sono mosse abbastanza in sincronia e gli ultimi cinque anni, che non sono stati di grande soddisfazione per quanto riguarda il lavoro (Piombino, il posto in cui viviamo, sta vivendo una grave crisi lavorativa e dunque economica), sono stati invece anni nei quali noi Darking abbiamo lavorato con costanza e impegno per la band, suonando live quando abbiamo potuto e componendo il nuovo materiale. Il frutto di questo lavoro e della maturazione dell’intera band credo che si possa ascoltare nei solchi di “Steal the Fire”: l’ambizione era quella di fare un disco migliore del precedente (e a mio avviso ottimo) “Sons of Steel” e credo che la maturazione di tutti i componenti della band sia tangibile, così come credo che i nuovi pezzi rappresentino al meglio la consapevolezza nei nostri mezzi che abbiamo raggiunto.

iye ”Steal The Fire” pur essendo un album di classico metal old school non fa emergere un’anima vintage, anzi secondo il mio parere risulta ben saldo nel nuovo millennio pur riscoprendo i suoni in voga  qualche anno fa, sei d’accordo?

Sì. La nostra non è assolutamente un’operazione “nostalgia”! Noi suoniamo nel 2015 e suoniamo quello che ci piace suonare e che ci piace ascoltare senza guardare il calendario; evidentemente certi gruppi storici sono ormai da considerarsi dei veri e propri classici e parlo dei Black Sabbath piuttosto che dei Maiden o dei Judas.
Dall’inizio degli anni ottanta sono passati oltre 30 anni e il linguaggio “metal” ormai fa parte della cultura contemporanea, anche se non è ancora stato del tutto sdoganato dai media mainstream, ovvero dalle principali televisioni o dai principali mezzi di informazione.
Noi Darking vogliamo essere “classici” anche nella libertà di usare questo termine e rimaniamo per vocazione underground; insomma, suoniamo quello che ci piace guardando alle sonorità dei maestri. Persino dei suoni puliti ma potenti, non compressi e il più possibile naturali sono una scelta: non una scelta “vintage” però, ma di gusto e di ricerca della qualità sonora per il materiale proposto.

iye Per offrire una raccolta di ottimi brani metallici e dal piglio epico, con la ciliegina sulla torta “The Storyteller”, brano a mio avviso clamoroso, come avete lavorato in fase di scrittura dei brani e poi in studio?

“The Storyteller” è davvero la “ciliegina sulla torta” perché è l’ultimo brano scritto prima di decidere di entrare in sala di registrazione: con quello abbiamo ritenuto di avere le sette canzoni (otto con la cover) che avrebbero composto il nuovo disco. Come dico sempre, la scrittura dei brani avviene in maniera molto naturale partendo da riff o linee melodiche che ciascuno porta all’attenzione degli altri: se si inizia a suonare la nuova idea e vediamo che da semplice idea si trasforma in qualcosa di emozionante e musicalmente interessante, allora ci lavoriamo sopra e, probabilmente, può nascere un nuovo brano.
Spesso scartiamo del materiale, a volte abbandoniamo canzoni quasi finite; siamo molto esigenti con i nostri pezzi, ma quando entriamo in studio le parti sono già ben definite e rimangono da realizzare solo pochi arrangiamenti da  post-produzione, sostanzialmente solo sovra incisioni di chitarra e di voci,  anche perché non siamo un gruppo con grandi possibilità economiche e quindi è essenziale preparare bene i pezzi, per poi farli esattamente come li proponiamo dal vivo.

iye Molti musicisti della vecchia guardia sono legati, in fatto di ascolti, a band classiche o comunque vicine al metal tradizionale: quali sono i tuoi ascolti?

Io, avendo tempo a disposizione, ascolto veramente un po’ di tutto, dalla classica al blues, dal progressive all’hard rock anni ’70. Ovviamente sono molto legato alle band degli anni ’80 perché potevo avere la fortuna di comprare gli LP proprio alla loro uscita, in particolare Iron Maiden, Saxon, Black Sabbath, ma anche Van Halen, Helstar, Dokken, Night Ranger ; in realtà sono sempre andato alla ricerca di band “guitar-oriented”, ovvero dove fosse molto interessante ascoltare il lavoro del (o dei) chitarristi e in quel periodo c’era veramente solo l’imbarazzo della scelta. Ma suonare in una band vuole dire anche avere la fortuna di scambiarci i dischi e di commentarli e di fare anche nuove scoperte, così sono al corrente anche delle nuove uscite che seguo con attenzione, anche se, ultimamente sto cercando di terminare tutte le mie discografie dei gruppi attivi anche negli anni ’70 (Queen, Thin Lizzy e Led Zeppelin).

iye Il metal classico nel nostro paese è sempre stato mal digerito e poco supportato dai media:  pensi che ci sia il margine affinché le cose vadano diversamente oppure questo stato di cose è irreversibile?

Voglio essere negativo, un po’ per scaramanzia e un po’ perché spero che mi venga dimostrato il contrario: in Italia il metal rimarrà sempre un genere di nicchia. Ed è un vero peccato perché ci sono moltissime band di grande valore, nuove o “storiche”, e molti bravi musicisti che magari devono andare a suonare il liscio nelle trattorie per campare; detto questo sono trent’anni che mi do da fare e non ho nessuna intenzione di mollare: vediamo che succede nei prossimi 30 …

iye La cover di “Stormbringer” dei Domine, con la partecipazione di Enrico Paoli, apre una piccola parentesi sul tuo passato:  quali sono i tuoi ricordi legati a quell’esperienza?

E’ stata una bellissima fase della mia vita come persona e come musicista: ho dei bei ricordi anche perché è tutto bello quando si è giovani e si insegue un sogno. Di quella esperienza mi rimangono i tre demotape, che registrammo insieme, e un gruppo di amici che, ancora oggi, come allora, in modo scanzonato e senza prendersi troppo sul serio, parlano di musica metal e inseguono sempre lo stesso sogno.
Vi è da dire poi che i Domine (con la nuova formazione) un po’ di quel sogno, con grande merito, lo hanno raggiunto e sono diventati, nel frattempo, una delle migliori band a livello italiano ed europeo; non ho rimpianti ma solo bei ricordi e la voglia di andare avanti con i Darking, magari già pensando al terzo disco …

iye Quali sono le maggiori differenze che riscontri tra la scena metal attuale e quella di fine anni ’80?

Oggi a farla da padrone è ovviamente la tecnologia e la rete. E’ tutto più visibile e, per certi versi più facile: contatti, registrazioni, divulgazione del materiale in rete si mette tutto e si trova tutto e persino ascoltare canzoni o trovare tutorial di un pezzo che vuoi imparare è molto semplice, gli strumenti musicali e gli effetti sono più economici e per spedire un demo basta un click. Di contro però la scena è affollata, emergere è complicato e ci sono pochissimi locali per suonare dal vivo: la crisi economica certo non aiuta. Insomma ogni periodo ha le sue criticità: quello che però noto è la difficoltà per le band anche più importanti di realizzare album “mitici” come accadeva una volta; ci sono tanti lavori sul mercato ma è difficile sentire dei capolavori, quelle belle canzoni che poi fanno la storia …

iye Oltre al cd,  la Jolly Roger ha stampato “Steal The Fire” anche in vinile: quale è il tuo rapporto con questo vecchio ma sempre affascinante supporto fonografico?

Il primo vinile che ho comprato è il doppio live dei Deep Purple “Made in Japan” che ancora conservo. Così come conservo tutti i miei LP comprati negli anni ’80 e ’90 … Ad un certo punto, grazie alla pulizia del suono, al formato più comodo e alle “bonus track” ho iniziato a comprare i CD e, a questo punto della mia vita, ho anche ricomprato in CD tutti i miei vecchi LP, per comodità di ascolto e per la quantità di bonus e di live che si possono trovare su questi formati attuali ; credo che il vinile però rimarrà e sarà una produzione di qualità parallela al CD: e in effetti tenere in mano un disco di vinile è più premiante che tenere un dischetto CD, specialmente quando nel vinile ci suoni tu e il tuo gruppo!

iye Per finire, dacci qualche anticipazione sui programmi futuri della band, sia dal punto di vista discografico sia sul versante live.

Al momento siamo ovviamente in fase di promozione del nuovo disco e siamo alla ricerca di date per effettuare la promozione live, cosa NON facile, come si diceva poc’anzi, per la difficoltà di trovare locali che sono disposti a far esibire gruppi metal con materiale originale. Quest’anno abbiamo suonato 2 volte (una delle quali all’Acciaio Italiano Festival a Modena) e stiamo trattando per altre 2 date. Inoltre stiamo facendo interviste radiofoniche e per il web a seguito delle molte recensioni (fortunatamente positive) che ha avuto il nuovo disco. Siamo inoltre molto orgogliosi di anticipare qui che Il 3 maggio uscirà una compilation tributo a Tony Iommi per la Tanzan Music che vedrà presenti molti ospiti di caratura internazionale: noi siamo stati selezionati e parteciperemo con il brano “The Law Maker”. Una grande soddisfazione per un gruppo come il nostro, che deve davvero molto ai Black Sabbath ed, in particolare, al loro unico e insostituibile chitarrista! Il futuro dei Darking consiste poi nel lavoro settimanale in sala prove dove stiamo iniziando a comporre nuovi brani.
Un grande saluto a tutti, un ringraziamento per l’ospitalità e speriamo di vederci presto live!

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