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Recensione : Cosmetic – Conquiste

Cosmetic - Conquiste: “Conquiste”: i Cosmetic sfornano caldo, caldo il terzo succulento disco, (secondo sotto Tempesta Dischi) dando stabile c...

Cosmetic – Conquiste

“Conquiste”: i Cosmetic sfornano caldo, caldo il terzo succulento disco, (secondo sotto Tempesta Dischi) dando stabile conferma del valore dell’ensemble; amarcord shoegaze, noise da nineties pieni e tondi, e un pizzico di spaghetti teen spirit che non guasta mai (oddio, ne possiamo discutere)

Catapultati subito in pista dalla drittissima e quadratissima batteria di “Lenta conquista” ci troviamo ad avere a che fare con un bel basso gonfio e borbottante, notine biricchine, riverberi ammiccanti, arpeggini distorti a insaporire uno sfondo sonoro ben in carne, insomma gli ingredienti ad hoc per un ottimo piatto di noise pop romagnolo, manca a mio avviso un pizzico di sale nelle linee vocali, un po’ troppo piatte e prevedibili (e anche un po’ già sentite).
“Melly” parte da subito alla grande, richiamando all’orecchio quella pienezza e soddisfazione di ascolto che offrivano i My Bloody Valentine dei tempi d’oro; un vecchio saggio cantava anni fa “sciocca adolescenza, falsa e stupida innocenza, continenza[…] pubertà infelice, spesso urlata a mezza voce”, che dire mi sembra che ci azzecchi proprio al riguardo! “Sitar” ha una partenza a razzo con tanto di effettacci vorticosi che coinvolgono nel suo turbine, ma appena si fa più sottile e appoggiata perde parecchio: un’altalena che un po’ ci piace (anzi ci gasa), e un po’ ci butta giù; tutto in dolce salsa malinconica. “Scisma” con il suo tiro incredibile convince appieno: se di italo shoegaze si tratta, allora è questo che vogliamo sentire. Eccoci finalmente al clou del disco: “Prima o poi” indiscutibilmente la traccia più forte e convincente, a partire dal testo, dall’attitudine, dal gioco di pieni e vuoti (riuscitissimo), dagli assolini birbanti, insomma a partire da tutto; una traccia totale.
“La fine del giorno” raggiunge la giusta sintesi tra noise e canzone pop, mantenendo un equilibrio mirabile e calibrato al millimetro: veloce e intensa, un pezzo che rimane.
“Calla” è una ballatona per cuori teneri, c’è un po’ tanto zucchero ma non disturba, anzi funziona.
“Per un amico” altra importante traccia che lascia il segno e tira fuori il carattere vero e vivace di questa band; quando c’è il personale, l’intimo in gioco si sente proprio la grandezza delle idee che si smarca dalla mediocrità (naturalmente nel senso etimologico del termine) e si raggiungono alte vette, stesso discorso per “Colonne d’errore” altro capolavoro che immancabilmente, e con estrema naturalezza, ci viene da fare nostro ovvero parte della nostra personale valigia di esperienze, una condivisione emotiva rara che commuove. “Andreini” passa veloce e ci lascia un po’ perplessi tra suggestioni interessanti ma un poco abbandonate a loro stesse.
“Lo Spavento” chiude il disco, con un carattere un po’ più acustico, intimo, scarno, essenziale ma non dice molto di più di quanto non si sia già detto.

Un disco sicuramente interessante, che tocca, lascia un segno, porta per mano all’interno di un labirinto fatto d’alti muri roboanti e giovane dolcezza. E’ un disco da nodo alla gola, da magoni mica da poco che buttano giù in una maniera soave. Un bello star male, tra rabbie soffocate e amori mutilati. Tuttavia manca (a tratti, sia chiaro) un po’ più di slancio personale, volontà di costruire un linguaggio proprio che dia carattere, forza, forma ai brani. Per ora queste undici “conquiste” restano una vittoria a metà, una pareggio. Aspettiamo, da ultras, la rivincita.

Cosmetic-Conquiste

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