Il da me,e da voi tutti,tanto amato Lino Banfi doveva finire in seminario,ebbene si leggo che la sua cattolicissima famiglia lo voleva instradare verso la carriera religiosa. Per fortuna nostra il grande Lino si è intestardito nella sua convinzione di voler far parte del mondo dello spettacolo e questa sua cocciutaggine ha portato la gioia nei cuori di tutti noi amanti del cinema di genere. Un solo dato basterebbe a certificare la grandezza del comico pugliese,negli anni intercorsi fra il 1977 ed il 1982 ha recitato in ben 29 film,tutti assolutamente imperdibili! Quello di cui vado a parlarvi è stato girato in questo periodo aureo (esattamente nel 1981) e vede il nostro interpretare un sarto specializzato in abiti talari Domenico Petruzzelli,si tratta di una persona molto devota con una moglie apprensiva Elena (Milena Vukotic) ed un figlio particolarmente sfigato Aristide (Filippo Evangelisti). Sopra al suo appartamento vive invece un suo amico scapolo impenitente e gran scopatore Gabriele Arcangeli (Gianni Cavina). Un giorno Banfi parte per un viaggio di lavoro a Rovigo e qui fa la conoscenza della cantante lirica Marianna (Edwige Fenech) della di lei madre (Marisa Merlini) e del suo enorme e collerico marito Ulrico (Maurizio Tocchi). La Fenech in fuga dal marito,che lei dice di essere un giocatore di rugby americano (?!?) sale casualmente sulla macchina del Petruzzelli scambiandola per un taxi e riesce a fuggire dal coniuge infuriato,a proposito sotto la giacca il gigante porta una magnifica maglietta degli Who! La scena si sposta in teatro dove la Fenech dovrebbe provare,ma Ulrico irrompe anche qui (vestito da gioco con tanto di casco!),Banfi lo tramortisce casualmente e riesce a riaccompagnare a casa la fascinosa indigena ma proprio mentre sta per salire da lei arriva il marito che lo picchia gli distrugge l’auto costringendolo a tornare a casa con il carroattrezzi. Per non rivelare la sua identità il Petruzzelli da a Marianna un falso nome,quello del suo amico Gabriele,ma la Fenech non lo dimentica e,arrivata a Roma per un provino,lo chiama;Banfi allora chiede disperatamente la concessione dell’appartamento sopra casa sua e,con la scusa di un viaggio a Bologna,vi si trasferisce per passare una notte d’amore con la bella cantante. Incredibilmente il nostro fa cilecca,io davanti alla Fenech sarei venuto dopo venti secondi (ndr),e quindi rivorrebbe la casa ancora per una notte. Ma i problemi per il Petruzzelli non finiscono qui,arriva a chiamarlo Don Giacinto (Luigi Leoni),il sarto è infatti atteso in Vaticano. Non potendosi far riconoscere Banfi chiede al religioso di attenderlo in strada ed esce di casa vestito da donna per poi cambiarsi dietro ad un camion (scena ultra-cult). Esaurita l’incombenza del lavoro il nostro fa ritorno alla sua abitazione ma,mentre sta per rientrare furtivamente,viene visto dal portiere del palazzo (Salvatore Jacono),il suo piano va così a monte e deve far ritorno dalla moglie. Ma i guai sono appena cominciati perché Marianna nel frattempo e passata da casa Petruzzelli,ha preso il caffè con Elena e le due sono diventate amiche,tanto che la Fenech esprime alla Vukotic il desiderio di cantare alla schola cantorum e quest’ultima le assicura che intercederà presso il marito perché ciò avvenga. L’avvenente cantante va quindi a far visita all’atelier di Banfi,qui Domenico e Gabriele devono scambiarsi i ruoli e ciò crea,ovviamente,una serie di esilaranti equivoci. L’Arcangeli ha la brillante trovata di portare Marianna in un bordello spacciandolo per un edificio religioso,qui lui,lei e le suore fittizie si ubriacano (?!?). Nel mentre Banfi sta aspettando che la Fenech torni a casa,questa notte infatti avrà campo libero in quanto la moglie ed il figlio andranno a dormire dalla nonna,Gabriele quindi potrà tranquillamente dormire a casa Petruzzelli. Arriva la notte e mentre Domenico nell’appartamento di sopra brinda con Marianna e cucina per lei sperando di poterla possedere Elena fa ritorno a casa per prendere un libro dimenticato dal figlio,qui trova il vicino e approfitta di lui lanciandosi in una sessione di sesso selvaggio. Ma al piano di sopra le cose non vanno altrettanto bene,la cantante ubriaca si addormenta e la cena dimenticata è andata a fuoco e minaccia di dare alle fiamme l’intero appartamento. Ma visto che la fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo la mattina dopo all’appartamento di Banfi bussano Don Giacinto ed il cardinale (Armando Brancia),mentre i due religiosi sono seduti sul divano dal bagno esce la Fenech vestita solo di un asciugamano,al seguito giungono pure la madre e,come se non bastasse,il gigantesco Ulderico. La vera identità del Petruzzelli è ormai svelata e Banfi scende nel suo appartamento dove trova l’amara sorpresa del tradimento da parte di sua moglie e,per non farsi mancare nulla,viene pure scaraventato fuori dalla finestra dal marito di Marianna. L’ultima scena del film vede il nostro bendato ed incapace di intendere e di volere trainato su di una carrozzella da Gabriele,che ha ormai preso il suo posto al fianco di Elena. Ma come ultima goccia la carrozzella sfugge dalle mani dell’ormai ex amico ed il nostro si trova catapultato in un bidone dell’immondizia;i suoi sopraggiungono in tutta fretta per vedere i danni che potrebbe aver riportato ma lui,con un ultimo barlume di forze,li mando tutti quanti affanculo! Un’ultima annotazione va al titolo del film in quanto i cornetti alla crema vengono evocati per due volte nel corso della pellicola,una da Aristide e l’altra dalla stessa Fenech. Per chi ha scritto queste righe capolavoro,per tutti gli altri come dico ogni volta c’è sempre Nanni Moretti.
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