“Butcher The Bar” è solo il moniker, nella vita reale si chiama Joel Nicholson, un ventiseienne che arriva da una modesta cittadina del South Yorkshire. La sua storia musicale inzia pochi anni fa con “Sleep At Your Own Speed”, un album registrato tra le quattro mura della propria camera, resoconto di un’adolescenza in cui crescere non è sempre facile. Una casa nuova a Manchester e l’adolescenza finalmente alle spalle lo portano quest’anno alla prima vera tappa, “For Each A Future Tethered”, pubblicato sotto la celebre etichetta americana Morr Music (che tra i propri artisti vanta anche i Lali Puna e Telekinesis).
Come il lavoro precedente, anche “For Each A Future Tethered” è un disco intimistico e ricco di sentimenti, che si pone sulla scia della tradizione cantautorale d’oltreoceano (Elliot Smith, soprattutto). Musicalmente, il repertorio strumentale si ispira abbondantemente agli stilemi della musica folk, senza rinunciare però ad atmosfere distese di matrice pop. Ad unire il tutto la voce di Joel, sospirata e delicata, alla Jose Gonzalez, che rende l’ascolto piacevole e suggestivo, lasciandosi apprezzare sia dai cultori del genere che dagli ascoltatori occasionali.
L’ascolto è facilitato anche da una scaletta di dodici pezzi, per lo più brevi, che superano appena la mezz’ora di durata totale. Dopo i primi ascolti, l’impressione che si ha è quella di tracce molto simili l’una all’altra, senza comunque la connotazione negativa della monotia o della ripetitività. Serve qualche ascolto in più però per arrivare a distinguere le diverse sfumature che caratterizzano il disco, i cambi di sonorità appena accennati e il differente uso di strumenti e voce. Si arriva infine a percepire come tutto il disco sia un alternarsi tra tracce dal forte retrogusto folk (Sign Your Name, Cradle Song, Blood For The Breeze, Silk Tilts, X e Cornered To The Cusp) e tracce che si rifanno ad un pop molto cantautorale (Bobby, Giant, Alpha Street West, Sin So Sweet e Lullaby).
Ad aprire le danze si trovano due brani simili ma dall’anima differente: “Sign your name”, dalle romantiche atmosfere folk, sottolineate dal banjo in sottofondo, e “Bobby”, delicato e disteso singolo che vira verso il pop. Segue “Cradle song”, più ritmata e bucolica, e quindi un altro cambio di sonorità con “Giant”, che si rifà ad quel pop delicato e sentimentale alla The Fray. Quindi “Alpha Street West”, singolo orecchiabile e movimentato grazie ad un sottofondo musicale coinvolgente, “Blood for the breeze”, che si abbandona ad una malinconia di fondo, e “Silk tilts”, in cui ritorna il banjo e la voce si fa ancora più sussurrata del solito. Con “Sin so sweet” e “X” il ritmo si fa più sostenuto, anche se la seconda non rinuncia ad una delicatezza generale nelle melodie. A chiudere il disco “Cornered to the cusp”, in cui un sottofondo musicale composto per lo più da archi restituisce atmosfere malinconiche, e “Lullaby”, che a differenza di quanto lasci intendere il titolo non è una traccia lenta e lacrimosa ma allegra e ritmata, con tanto di climax ascendente negli ultimi secondi del brano.
“For Each A Future Tethered” è uno di quei dischi che ti sentiresti di consigliare a chiunque sicuro che, con la sua immediatezza e semplicità, non mancherà di colpire l’ascoltatore. È confortante sapere Joel sotto l’ala di un’etichetta discografica importante e famosa come la Morr Music e non sorprenderebbe di certo sentirne parlare ancora nei prossimi anni.
01 Sign Your Name
02 Bobby
03 Cradle Song
04 So fast
05 Giant
06 Alpha Street West
07 Blood For The Breeze
08 Silk Tilts
09 Sin So Sweet
10 X
11 Cornered To The Cusp
12 Lullaby
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