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Recensione : Blues Pills – Lady In Gold

Un gran bell'esempio di come la musica, senza essere necessariamente originale, possa regalare emozioni al di là del genere espresso, mantenendo intatte le sue caratteristiche peculiari e puntando tutto sul feeling.

Nella folta schiera di band che hanno portato agli onori della cronaca il rock dallo spirito vintage, il multinazionale gruppo dei Blues Pills ha sicuramente bruciato le tappe ottenendo un contratto con Nuclear Blast.

La band, formata da due musicisti svedesi, un francese e un americano, (l’ex Radio Moscow Zack Anderson) può contare sull’appoggio dell’etichetta tedesca, sulla notevole ed emozionale voce della cantate Elin Larsson ed una buona raccolta di brani che fin qui hanno espresso tutto l’amore della band per il rock intriso di blues e soul, ed una vena psichedelica che li inserisce di diritto tra le migliori realtà del genere.
Questo secondo lavoro sulla lunga distanza, successore del primo omonimo album uscito due anni fa, aveva in effetti creato da parte di fans e addetti ai lavori una certa aspettativa, che i Blues Pills ripagano al meglio.
Prodotto come il primo album da Don Alsterberg ed accompagnato dalla copertina dalla forte impronta psichedelica disegnata dall’artista olandese Marijke Koger-Dunham, in passato protagonista con le sue illustrazioni sulle opere di Beatles e Cream, Lady In Gold mantiene ciò che promette, un rock vintage che racchiude in sé quello spirito nostalgico per la musica del ventennio 60/70, accentuando la parte blues e soul, e trascurando in parte l’hard rock di molte giovani formazioni che compaiono sul mercato.
Volendo sintetizzare, un gran bell’esempio di come la musica, senza essere necessariamente originale, possa regalare emozioni al di là del genere espresso, mantenendo intatte le sue caratteristiche peculiari e puntando tutto sul feeling.
E di feeling i Blues Pills ne hanno da vendere, d’altronde un album composto da molte canzoni “rituali” deve per forza di cose scaldare l’animo, travolgere l’ascoltatore con sanguigne sfumature di rock blues psichedelico, trasformare i quaranta minuti a disposizione in un’immersione nel più puro sound settantiano, senza elettrizzarlo troppo ma facendolo battere di pulsazioni alimentate da chitarre hendrixiane e da un’interpretazione vocale che svaria tra le icone femminili della storia blues rock mondiale.
Il blues, il soul e la psichedelia si danno il cambio come protagoniste del songwriting, a tratti si alleano per regalare attimi di musica che travolge senza aggredire troppo, ci avvolge nel torpore di un rituale illegale e ci costringe a muoverci, lenti e sinuosi come serpenti, mentre il basso pulsa, la sei corde rincorre riff non più nascosti tra la polvere del tempo e la voce ci ipnotizza, come se provenisse da una sirena innamorata del “delta blues”.
La title track, Burned Out, la splendida e tragica Gone So Long e le due gemelline nate dove sfocia il Mississippi, Bad Talkers e You Gotta Try, spingono Lady In Gold nel novero delle migliori uscite del genere, mentre cresce l’attesa per mercoledì 19 Ottobre, quando i Blues Pills si esibiranno sul palco dell’Alcatraz di Milano in compagnia dei Kadavar … da non perdere.

TRACKLIST
1. Lady In Gold
2. Little Boy Preacher
3. Burned Out
4. I Felt A Change
5. Gone So Long
6. Bad Talkers
7. You Gotta Try
8. Won’t Go Back
9.Rejection
10. Elements And Things

LINE-UP
André Kvarnström – Drums
Zack Anderson – Bass
Elin Larsson – Vocals
Dorian Sorriaux – Guitar

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