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Recensione : Ben Seretan – Ben Seretan

Un album di assoluto valore che va doverosamente recuperato.

Ben Seretan – Ben Seretan

Ben Seretan, cantautore statunitense di raro talento, ha pubblicato questo suo disco omonimo praticamente un anno fa.

Lo ascolto solo ora perché, dopo la promozione quasi inesistente della prima stampa (quella americana su vinile e cassetta) è seguita la promozione altrettanto scadente che ha accompagnato la ristampa su cd (quella dell’italiana Love Boat Records & Buttons). Il risultato è che il disco ha navigato nell’oblio per quasi dodici mesi, finendo nelle casse del mio stereo solo dopo aver letto il post pubblicato da Andrea Pomini (capo della Love Boat Records e nota penna di Rumore) in cui si lamentava di come ben poca gente, nel corso del tempo, si sia interessata all’album in questione.
Insomma, una storia decisamente travagliata per un disco che, ad ascolto concluso, non meritava proprio di essere dimenticato. I nove brani di questo lavoro, infatti, combinando insieme svariate influenze (dall’emo anni ’90 agli Sonic Youth, non dimenticando il cantautorato americano, l’amore per le chitarre elettriche, il krautrock e la psichedelia), danno vita a un insieme decisamente coerente e strutturato, in grado di coinvolgere ed emozionare come pochi dischi sanno fare.

A dare il via al tutto sono i quasi otto minuti di Ticonderoga che, partendo da un pacato drone, lascia germogliare, al suo interno, una lunga cavalcata di chitarra e batteria (sempre più calda, vivace ed energica).
Il morbido sciogliersi di Light Leaks, invece, accarezzando con il suo delicato cantato, fatto di quiete ed emotività, abbraccia con i limpidi ghirigori strumentali, introducendo il delicato spirito blues, alternato ad ampi sfoghi di chitarra, di Meadowlark.
Il fragile procedere di Blues For Ian M. Coletti, accompagnato da archi e leggeri cori, tiene sospesi in equilibrio sulle nuvole, in mezzo all’azzurro del cielo, mentre il lungo intro strumentale di The Confused Sound Of Blood In A Shining Person, apre all’ondeggiare, ripetitivo, della parte cantata.
Il dolce cullare di Two Black Wings, infine, cedendo spazio al breve spirito acustico della tremolante My Lucky Stars, lascia che a chiudere siano il vigoroso squillare elettrico di Swing Low, Sweet Chariot e gli oltre ventidue minuti dell’immenso e magnifico viaggio sonoro (solo biglietto d’andata) generato da Yellow Roses (Take One).

I nove brani proposti da Ben Seretan, colpiscono fin dal primo momento per la loro sincera genuinità. Il disco pubblicato dalla Love Boat Records & Buttons, infatti, trasudando da ogni poro emozione, passione per la chitarra, abilità compositiva e sensibilità, lascerebbe a bocca aperta anche l’ascoltatore più scettico. Un album di assoluto valore che va doverosamente recuperato.

TRACKLIST
01. Ticonderoga
02. Light Leaks
03. Meadowlark
04. Blues For Ian M. Colletti
05. The Confused Sound Of Blood In A Shining Person
06. Two Black Wings
07. My Lucky Stars
08. Swing Low, Sweet Chariot
09. Yellow Roses (Take One)

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