Ho conosciuto la musica di Giulio Belzer attraverso il suo progetto Beatzone, una quanto mai riuscita rivisitazione della musica dei Beatles, non una semplice cover band, ma una personale rivisitazione di quei quattro accordi che hanno fatto la storia della musica contemporanea.
Lo ritrovo con il nuovo album della band che da lui prende il nome, appunto Belzer, che conferma il talento compositivo di un artista che mette la musica prima di tutto, eclettico tanto da collaborare nel progetto metal Odyssea di Pier Gonella e Roberto Tiranti, ma davvero sopra le righe quando il rock si fa melodico e vicino alla tradizione musicale nostrana.
La storia della band ha superato i dieci anni, insieme al cantante, tastierista e chitarrista genovese fanno parte del gruppo, Guido Bruzzone Semino al basso, Luciano Zambito alla batteria e Massimiliano Breveglieri alla sei corde; in questi anni si sono succeduti altri musicisti che hanno contribuito a formare una discografia che vede tre ep tra il 2003 ed il 2005.
Il primo album, uscito nel 2009 (L’ultimo giorno d’inverno) fu oggetto di molti giudizi positivi tra gli addetti ai lavori e la band, dopo sette anni, prosegue il suo cammino musicale, fatto di poesia, melodia ed emozioni.
Aiutati su qualche brano da importanti personaggi del mondo musicale italiano, come Mauro Sabbione (Matia Bazar, Litfiba) e Marco Fadda (Fossati, Oxa), i Belzer danno vita ad un elegante affresco sul condizionamento della psiche nella vita e nella società moderna: ognuno di noi ci si può specchiare, chiunque può trovare in una di queste canzoni un piccolo pezzo di vita che gli appartiene, così semplicemente descritto dalla voce calda, emozionante, molte volte dolcissima di Belzer.
Undici brani, undici meccanismi perfettamente oliati e che inducono a riflettere, a soffermarsi sulla nostra condizione di uomini in questa società che corre senza aspettarci, mentre cerchiamo di raccogliere i pezzi della nostra vita.
E allora l’album ci dà la possibilità di fermarci un attimo ad assaporarne il profumo, mettendo a fuoco le nostre paranoie e paure, i pochi punti fermi e le tante mancanze di valori che ritroviamo ogni giorno in questa società da talent show televisivo.
Sul fronte musicale, Belzer ci conduce per le vie di un rock melodico colmo di melodie mature, mai banali, un viaggio nel mondo delle sette note che si avvicina ma non sprofonda nel rock spicciolo, bensì svolta e prende la strada verso lidi dove predomina la musica d’autore, in cui i nostri musicisti, da tradizione sono maestri.
Una raccolta di brani da gustarsi e dove spiccano le bellissime Orbite, Mi Vivo Male, Precauzione e la conclusiva title track, un quadro musicale perfetto, appunto come dei Piccoli Oggetti Meccanici.
TRACKLIST
1.Intro
2.Orbite
3.(Le Dovute) Distanze
4.Mi Vivo Male
5.L’ignorante
6.L’ultima Parola
7.Precauzione
8.L’uomo In Aria
9.Un Attimo
10.La Guerra é Finita
11.Piccoli Oggetti Meccanici
LINE-UP
Giulio Belzer – Voce, Tastiere, Chitarra
Guido Bruzzone Semino – Basso
Luciano Zambito – Batteria
Massimiliano Breveglieri – Chitarra