iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999
Cerca
Close this search box.

Alexander Gonzalez Delgado

Gonzalez Delgado (o più semplicemente Sasha), nonostante l'avversione di Zuckerberg per il corpo nudo e i capezzoli femminili in primis.

Alexander Gonzalez Delgado

Nel vasto panorama della fotografia di nudo, una delle anime che dovete assolutamente conoscere e seguire è quella di Alexander Gonzalez Delgado (o più semplicemente Sasha), nonostante l’avversione di Zuckerberg per il corpo nudo e i capezzoli femminili in primis.
Quello che più colpisce della fotografia di Sasha è la delicatezza del suo linguaggio fotografico nonostante i soggetti e la composizione stessa delle foto possano assumere note più o meno spinte: le foto di Sasha le riconosci, sempre fedeli al suo sguardo e ad una poetica ben precisa, mai banali.

Come di consueto, il brano da accompagnare all’intervista
The Smile – The Smoke

Az: Ciao Sasha, raccontaci chi sei e come ti sei avvicinato alla fotografia.
Al: Sono Alexander Gonzalez Delgado o semplicemente Sasha, se preferisci.
Cubano di nascita, cresciuto nell’universo teatrale. Dal 2000 sono emigrato in Italia e dal 2006 ho iniziato in modo autodidatta a catturare momenti d’intimità umana, poesia urbana, ricordi, provocazione e infinita ricerca .

Az: Qual è la tua ricerca estetica, la visione che vuoi veicolare con la fotografia? Cosa ricerchi nei soggetti che immortali?
Al: Fin dagli inizi ero consapevole di un fatto: il mio racconto deve essere poetico, non importa quale sia il tema che sto affrontando, umano, esistenziale, astratto, diretto, crudo o improvvisato che sia.
Ci devono essere tutte le componenti per lasciare una finestra allo spettatore in modo tale da potersi inserire all’interno della storia e farla propria, di crearne una sua, tutta personale, che non corrisponda necessariamente con la mia.
Ovviamente per riuscirci ascolto e osservo molto i miei soggetti e cerco in tutti modi di far tirar loro fuori le proprie verità, anche quelle più nascoste, per cercare di avvicinarsi il più possibile a quello che ritengo sia la cosa più importante che stiamo perdendo: la nostra animalità.
Questo forse il motivo principale che tiene il mio discorso fotografico molto legato all’ eros.

Az: Che opinione hai della fotografia di nudo e di nudo erotico contemporanea?
Al: Non vedo nessuna differenza tra un corpo nudo e un paesaggio. Per come la penso io è possibile veicolare lo stesso messaggio con due corpi che esplodono in un atto sessuale e una scena quotidiana di strada, con un ritratto umano e una natura morta, con degli escrementi animali e un cielo sereno. Non c’è nessun limite alla formalità, se dietro c’è un peso emotivo catturato da un occhio acuto.
Ormai il presente che ci tocca vivere è quello in cui la fotografia è alla portata di tutti ed è realizzabile con qualsiasi mezzo. Una saturazione esasperata di immagini ovunque si guardi.
Per un fotografo penso sia davvero stretto rinchiudersi in un unico tema o parlare sempre della stessa cosa, perciò non mi interesso di chi comunica in quel modo. Mi annoia: la fotografia erotica è un componente di un grande puzzle all’interno del corpus creativo di un artista.
Io personalmente preferisco coloro che affrontano tante tematiche nel loro lavoro e si esprimono con la fotografia senza etichetta morale o stilistica.

Az: Seguendoti mi ha incuriosito un progetto editoriale di cui sei stato uno dei creatori, Patien Wolves: chi siete, come è nato il progetto e cosa sono i Wild Stage?
Al: Prima di tutto Patient Wolves non esiste più.
È stato un punto d’incontro, di comunicazione e di condivisione creativa formato da diversi autori che avevano bisogno di un luogo dove esprimersi senza censura e in assoluta libertà intellettuale.
Nel breve, ma intenso, periodo di due anni, siamo riusciti a creare sette fanzine, due di queste in collaborazione con Lomography Italia e Revolog.
All’interno di ogni numero abbiamo ospitato autori italiani e internazionali e realizzato diverse mostre collettive in altrettante città italiane, proprio all’interno di questo contesto sono nati i Wild Stage: un modo totalmente diverso di fare Workshop, in cui ci confrontavamo con i partecipanti, partendo dalle nostre esperienze individuali, cercando di stimolarli ad un approccio più intimo e personale alla fotografia.
Oramai, non esiste più, ma se ancora mi chiedono del collettivo, come te adesso, vuol dire che abbiamo lavorato bene.

Az: Domanda marzulliana: poniti una domanda che non ti hanno mai fatto e rispondi.
Al: Sei mai stato sulla Luna? Tutte le volte che voglio e mi ritengo un privilegiato di riuscire a farlo.

Instagram: sasha_e_la_fenice

 

Share:

Facebook
Twitter
Pinterest
LinkedIn
Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.
Nessun commento

Invia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

On Key

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

Maquina – Prata

Maquina: un gruppo originale e pieno di musica interessante e sempre in continuo movimento, una conferma nettissima dopo un buon debutto.

Pyrame – Electronica melancholia (remixes)

In questo nuovo ep di remixes del lavoro di Pyrame “Electroncia melancholia” si è proprio scelto la canzone che dà il titolo per nuove vibrazioni elettroniche. I produttori scelti per dare la loro interpretazione del brano sono l’italiano A- Tweed con due remix, il russo

Galapaghost – Peach fuzz

Galapaghost è il progetto solista di Casey Chandler e “Peach fuzz” è il suo nuovo ep, nato a Woodstock e che vive nelle valli sopra Torino.