Ci sono giornate in cui fa particolarmente caldo. E altre in cui il caldo è nulla confronto al dolore che ci portiamo dentro. Afargang, Cwfen, Feversea, Holyroller e Lifetaker sono un tentativo multiplo di tornare a pensare ad altro anziché farci del male con costanza e piacere.
Afargang – Andvake
La Scandinavia ha ormai, da tempo immemore, un ruolo di primissimo piano in ambito musicale estremo. Che si tratti di metal, o di folk – come in questo caso – le proposte che arrivano a noi meridionali europei sono sempre di estrema qualità. “Andvake”, ultima release di Afargang, va esattamente in questa direzione, mostrandoci come sia possibile coniugare il folk norvegese e il metal, senza cadere in inutili cliché sonori.
Olav Luksengård Mjelva, mastermind del progetto, ha trovato il modo di presentarci, in un unico album, il figlio illegittimo dell’incestuoso rapporto tra Wardruna ed Enslaved.
Questi devono (ovviamente) essere presi come punti di riferimento, non considerati come modelli stilistici.
Sono i genitori di un figlio impuro, che mostra, piuttosto chiaramente, di saper camminare sulle proprie gambe. “Andvake” è un album che vive dell’alternanza tra momenti più intensi e brutali, e rilassate pause che ci avvicinano alla tradizione folkloristica e mitologica nordica. Ne emerge un ascolto gradevole, che si esalta proprio nel non essere inchiodato a un pattern rigidissimo, e che raggiunge il suo apice qualitativo nel suo saper essere creativo senza risultare però dispersivo, e quindi innocuo.
Perché “Andvake”, al netto di tutto, è un album che riesce a far male davvero, ma in modo subdolo, e quindi con ancor maggiore cattiveria.
Afargang Andvake Tracklist
1. Mot Verda 06:00
2. Kvile 05:24
3. Andvake 06:14
4. Leika 07:17
5. Mellomspel: Vêrfolne 02:03
6. Sjå det blånar 05:00
7. Leva og døy 06:14
8. I di eining 05:21
9. Kom ned 06:11
Cwfen – Sorrows
Scozzesi di Glasgow i Cwfen (pronunciati “Coven” in gallese) sono una realtà di recentissima formazione che riesce ad arrivare al debutto in pochissimo tempo, grazie alla lungimiranza della londinese New Heavy Sounds Records. La band, costruita intorno alla leader e cantante Agnes Alder, cerca di trascinarci nel suo variegato universo fatto di ipnotica pesantezza, e di cupissime atmosfere. Il loro è un tentativo che riesce a metà. Ma che mostra una base di partenza di assoluto valore.
C’è da affinare ancora qualcosa prima di poter parlare di un sound definitivo, ma – come detto – siamo all’inizio di un percorso che sicuramente riserverà al quartetto scozzese grandi soddisfazioni. Il disco si caratterizza infatti per una pluralità stilistica che mostra una band costantemente a proprio agio, in ogni contesto sonoro. Questo che in linea di massima è sempre un merito, in questo caso, per Cwfen è invece il più grande limite.
Il non aver ancora capito quale direzione prendere, al netto del fatto di essere in grado, qualitativamente, di poterle percorrere tutte.
Un album spiazzante, sotto tutti i punti di vista. Estremamente interessante, come detto ipnotico e coinvolgente, ma non del tutto a fuoco. Siamo certi che, una volta sistemato il tiro, per Cwfen sarà tutto possibile, e quindi, niente precluso.
Cwfen – Sorrows
1. Fragment I 00:34
2. Bodies 06:49
3. Wolfsbane 06:33
4. Reliks 05:48
5. Whispers 05:31
6. Fragment II 00:58
7. Penance 05:41
8. Fragment III 00:38
9.Embers 06:55
10. Rite 04:15
Feversea – Man Under Erasure
Feversea è una realtà che vanta al proprio interno un’estrazione variegata, che si riverbera inevitabilmente sulla resa sonora del disco,. Definiscono il loro stile come “Blackened post-metal da Oslo, Norvegia”. E noi, che di classificazioni ci capiamo ben poco, crediamo di poter essere sostanzialmente d’accordo con loro.
Soprattutto per l’approccio nichilista che caratterizza questo loro “Man Under Erasure”, autentico grido di rabbia iconoclasta che preclude ad un finale nerissimo, da cui non è consentito fare ritorno, o liberarsi.
La band ha recentemente dichiarato di non vedere l’ora di affrontare la fine dell’umanità. Con un album di questa intensità si rischia davvero di prenderli sul serio. “Man Under Erasure” (Dark Essence Records) è infatti un album audace, coraggioso, e “moderno”, che si lascia apprezzare per il suo crescendo che sancisce una compattezza di fondo davvero invidiabile, in cui, inevitabilmente spicca la performance vocale di Ada Lønne Emberland.
Un disco che travolge come un mare in tempesta che non fornisce speranza alcuna di un approdo sicuro. Sontuosamente imperioso, glaciale, e caldissimo, al tempo stesso, “Man Under Erasure”, per essere un debut album, mostra una band già pronta per essere annoverata al rango di realtà consolidate nel corso degli anni. Una sorpresa piacevolissima che non smette di stupirci, ascolto dopo ascolto.
Tracklist Feversea – Man Under Erasure
1. Man Under Erasure 02:48
2. Murmur Within the Skull of God 05:17
3. New Creatures Replace Our Names 05:54
4. Decider 08:18
5. Sunkindling 04:37
6. Invocation 03:57
7. Until It Goes Away 04:36
8. Kindred Spirit 08:54
HolyRoller – Rat King
“Rat King” è senza dubbio l’album più intenso per gli HolyRoller, e non a caso arriva su Ripple Music, etichetta verso cui non ho mai nascosto la mia ammirazione. E dato che apprezzo il lavoro dell’etichetta sorvolo sulla cover del disco, proprio per stima.
L’album continua nel solco del groove come elemento principale del loro assalto sonoro, questa volta ancor più ragionato e a fuoco. Un album che riesce quindi ad essere orecchiabile, ma senza perdere intensità. Sia chiaro, “Swimming Witches”, il loro debutto su Black Doomba Records non era male, ma questo è veramente un altro album, un passo avanti sotto tutti i punti di vista. Concettualmente l’album guarda alla consapevolezza sociale, legandosi a temi quali la gestione della salute mentale, al suicidio, all’abuso di sostanze e all’ateismo. Ma strizza l’occhio anche a una critica caustica dell’industria musicale.
Da un punto di vista sonoro invece “Rat King” si muove in territori realmente paludosi, ma senza forzare troppo, riuscendo cioè a sganciarsi dai canoni estetico-uditivi del genere, in modo da mantenere, per quanto possibile, una propria manifesta personalità. Quando riusciranno a limare quei difetti che ancora – ovviamente – mostrano, sulla lunga distanza, avremo tra le mani una band veramente interessante a cui rivolgere tutte le nostre attenzioni.
Tracklist HolyRoller Rat King
1. Crunch Riff Supreme 03:28
2. Titan 03:55
3. Forbidden Things 05:12
4. Rat King 05:05
5. Buried Alone 05:16
6. Heave Ho 04:38
7. Radiating Sacred Light 04:01
8. Drift Into the Sun 04:17
Lifetaker – Herbsthunde
Il terzetto di Dortmund continua nel suo percorso di antagonismo sonoro. Quello dei Lifetaker è infatti un continuo decostruire stili e generi musicali. E poco importa, se, come detto in apertura, ora da quattro elementi si sia passati a tre. Quello che che conta è l’approccio annientante e distruttivo.
E quello non manca, anzi. Rispetto al passato si è passati ad un sound che guarda più alla resa immediata, all’impatto, alla violenza diretta e senza freni. E in questo, ad oggi, a quanto “Herbsthunde” ci ha permesso di capire, i Lifetaker sono una delle realtà più intransigentemente orientate a una devastazione senza fine, che lascia solo macerie al proprio passaggio.
La cosa incredibile è che, con una premessa del genere, una volta arrivati a fine album, ci si rende conto che i brani hanno una loro orecchiabilità che permette di riascoltare tutto da capo in tempo praticamente reale. Come se il dolore di poco prima provocasse dipendenza anziché fastidio e repulsione.
Quella c’è, ma è rivolta verso tutti coloro che non hanno ancora intrapreso un percorso che possa guardare agli altri, e non più solo ed esclusivamente a noi stessi. Un album rumorista, in cui i suoni sono privati di ogni orpello inutile e superfluo, in modo da arrivare a colpire quanto più nettamente e più duramente possibile.
Tracklist Lifetaker – Herbsthunde
1. Totsignal 04:08
2. Schattenkabinett 03:01
3. Alpha Centurio 03:26
4. Maschinensturm 03:52
5. Herbsthunde der Karpaten 04:57