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Isaak Friedl – Sottobosco

“Alla fine, tutto quello che sappiamo è una nostra impressione e tutto quello che siamo è un'impressione altrui.” Inizio inquietante, con dramma in escalation per questo romanzo disegnato dal pordenonese Isaak Friedl, classe 1990. Terzo titolo in uscita (prevista a settembre 2013) per la nuova collana “Le ali” delle edizioni Tunué.

Isaak Friedl – Sottobosco

Opera prima invece per Friedl, autore del soggetto, della sceneggiatura, dei disegni, nonché di copertina ed illustrazioni.
Friedl, al suo attivo, ha anche interessanti collaborazioni con i blog Delebile e Crazy Camper.
La graphic novel ha inizio in un non meglio identificato bosco, anzi un sottobosco con casetta, legna da tagliare, giochi all’aperto con fratellino e sorella, il cane, la mamma ed un padre forte, dal passato però oscuro come il bosco che li ospita. In quel sottobosco Greta, la protagonista, torna con la memoria, cercando a fatica sia di capire sé stessa, sia di sfuggire ad un passato doloroso e confuso. I momenti felici di quando era bambina, nella sua bella e rassicurante famiglia, sono devastati ricorrentemente dalla stessa tragedia. Il sottobosco diventa il luogo ove fare i conti con inquietanti e misteriosi personaggi mascherati, che raggiungono la sua famiglia, seminando morte e paura. Ma in fondo non c’è niente di male nella paura, come afferma Holden, misterioso quanto decisivo compagno del viaggio onirico-psicologico della protagonista.
Il sottobosco non è l’unico ambiente in cui si svolge questa storia. L’inquietudine di Greta si sviluppa (e si risolve) in un’epoca non ben definita, ma direi attualissima, in una città non meglio identificata. L’uso di droghe tipo la cocaina, l’accenno ad una non ben localizzata guerra, combattuta con mitragliatori e tante vittime civili (come si usa nelle guerre moderne), falciate da probabili mercenari, la presenza di un tanto appassionato quanto inefficace psicologo-psicoterapeuta, ambientano la storia ai giorni nostri.
Greta subisce, affronta i suoi incubi incomprensibili, terribili, ripercorre a ritroso una serie di flash-back, tutti dolorosi, tutti maschera della realtà … tranne uno. Certamente, il sottobosco della memoria ha nascosto tutto quanto accuratamente.
La mancanza di precisi riferimenti spazio-temporali nulla toglie alla storia, che scorre con un buon ritmo. Talvolta, alcune vignette minori, che riquadrano ingrandimenti parziali di altre vignette già proposte in altre tavole, risultano di comprensione non immediata dal punto di vista grafico, ma concorrono all’ottimo bilanciamento grafico delle singole pagine. Alcune tavole, a tutta pagina, risultano particolarmente espressive (qualche esempio alle pagg. 106, 127, 156) e rafforzano il crescendo di follia della storia.
La caratterizzazione dei personaggi non è particolarmente accurata, di loro si sa e si intravede poco. Il segno grafico però è forte, onirico e riempie, drammatico, la storia.
Non esistono didascalie, ma non se ne sente la mancanza. Alcuni dialoghi appaiono forse un poco fini a se stessi. Gli spunti offerti potevano quindi essere più approfonditi, anche perché sono interessanti.
Bello il lettering che, nella parte di flashback ove si svela la verità dei fatti, è scritto a mano e rafforza la presa di coscienza di Greta su quanto accaduto. Bello l’uso ed il controllo del nero in ogni tavola, o comunque lo scuro, utilizzato sia per i contorni marcati dei disegni e dei personaggi, sia per il canaletto di buona parte delle vignette e delle pagine.
In attesa di possedere una copia cartacea, sulla quale poter esprimere un modesto parere sulla qualità di stampa, che coinvolga anche il tatto e (perché no?) l’olfatto, aggiungerei che è molto apprezzabile la scelta editoriale del prezzo modico, data l’innegabile qualità dell’autore proposto.
Un’opera emozionante e piacevole nel suo insieme, un autore con uno stile molto personale ed espressivo. Una casa editrice con una mission tutta orientata alla graphic novel per adulti e ragazzi ed alla “saggistica dedicata al fumetto, all’animazione, ai videogiochi e ai fenomeni pop contemporanei”… con una strizzata d’occhio all’ecologia (certificazione carta amica delle foreste, supportata anche da Greenpeace. Scusate se è poco!

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