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Recensione : Zomes – Time Was

Certe collaborazioni nascono così, casualmente, e finiscono per dare nuova linfa ai progetti, fornire quel surplus di energia per muoversi verso nuove e intriganti direzioni.

Zomes – Time Was

Dedito ad un dream-pop dalle caratteristiche lo-fi e droniche, Zomes era, fino a poco fa, il progetto solista di Asa Osborne dei Lungfish, in cui egli stesso improvvisava vocalmente sulle sue tastiere ed annesse dilatazioni atmosferiche.
Era, sì, perchè durante una performance ad un festival svedese, conosce l’autoctona vocalist Hanna, la quale si mette ad improvvisare nel corso della sua performance: da questo avvenimento prendono il via una serie di cambiamenti nel progetto Zomes, e la faccenda si fa ben più interessante. Infatti dal connubio emerge la complementarietà e l’affinità musicale tra i due, tanto che Asa comincia ad invitare Hanna ad altre performance, e di conseguenza Zomes diventa un duo. In cascata avvengono altre trasformazioni, segnate dall’apertura di nuove possibilità, ovvero il poter realizzare musica che assuma maggiormente i tratti della canzone pop, fornendo una nuova vitalità e una maggiore accessibilità al progetto, dal momento che si hanno a disposizione caratteristiche vocali decisamente più calzanti.
Time Was costituisce inoltre la prima registrazione di Zomes in studio e l’abbandono del fedele e casalingo “cassette deck”, pur mantenendo nonostante tutto un’impronta e un taglio lo-fi.

Pensando a questo duo il riferimento che si può facilmente identificare sono i Beach House, sia come impianto sonoro che come caratteristiche vocali, e non a caso il momento che ha diciamo sancito la trasformazione di Zomes in duo è stato l’invito di Asa ad Hanna di raggiungerlo a New York per l’ultima data del suo tour di spalla proprio al ben più noto duo. Inoltre, un’altra curiosità che lega le due band è la provenienza, Baltimore. Ma possiamo parlare anche di altri artisti che si muovono costeggiando dream-pop, lo-fi e slowcore: ad esempio nel recente passato troviamo sulle colonne di iyezine l’ultima Jessica Bailiff.

In Time Was, le tracce sono caratterizzate da un andamento lento e cadenzato, registrando la pressochè totale assenza di strumenti che non siano le tastiere (ed il minimo indispensabile di percussioni). Asa costruisce un tappeto sonori su cui ricama flessuosamente la voce della svedese, talvolta a creare litanie solenni (Monk Bag e Footpaths), talvolta eteree atmosfere di voci e cori (Silentium), talvolta ridotta ad un sussurro (l’eterea Equinox), talvolta in stile voce narrante (l’ipnotica e ottima Little Lucid Dreamer).
Se nel passato di Zomes la voce era come uno strumento musicale aggiuntivo, a integrare melodia e ritmo, in “Time Was” sono identificabili due componenti distinte: una, in continuità con il passato (i lamenti di Monk Bag e la più intrigante Footpaths), e un’altra più interessante dove essa acquista importanza (Silentium, la conclusiva Cave Mountain Stream, e la title-track Time Was).

Il risultato è un album di transizione, che non vuole svoltare troppo bruscamente verso l’etichetta di band dream pop, ma che traccia la rotta per il futuro di Zomes. La durata contenuta sotto i 40 minuti aiuta a sostenere l’ascolto integrale, che in caso contrario si sarebbe rilevato pesantuccio.
Come duo si vedono delle buone potenzialità, perciò l’augurio è di arrivare a sentire un disco che realizzi appieno il connubio tra i due protagonisti continuando l’avvicinamento al pop.

Tracklist:
1. Loveful Heights
2. Monk Bag
3. Silentium
4. Little Lucid Dreamer
5. Footpaths
6. Equinox
7. Time Was
8. Cave Mountain Stream

ZOMES – pagina facebook

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