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Triangoli Diabolici – Di Aldo Musci E Marco Minicangeli

Triangoli Diabolici - Di Aldo Musci E Marco Minicangeli: Di solito, la sera scappo via da qualsiasi tentazione televisiva. A volte con difficoltà dovute alla stanchezza della gi...

Triangoli Diabolici – Di Aldo Musci E Marco Minicangeli

Di solito, la sera scappo via da qualsiasi tentazione televisiva. A volte con difficoltà dovute alla stanchezza della giornata. Nulla è impegnativo davanti a uno schermo televisivo. Spesso si segue un attimo, poi si cambia canale oppure si guarda per la ennesima volta lo stesso spot.

Nel frattempo si può fare dell’altro, si può chiacchierare con qualcunoe magari commentare qualcosa con sarcasmo o a volte con un po’ diastio, per non dire indignazione che sarebbe un termine fuori luogodato il contesto. E’ una situazione effettivamente ridicola.Arrabbiarsi, magari ad alta voce con qualcuno che non ti può sentire eche si trova, così si dice, dall’altra parte dello schermo.Perchè tuttosommato lo hai scelto tu. Anche nei peggiori incubi infatti latelevisione non si accende mai da sola.Anche i giornali, o i libri non vengono regalati per le strade.Comunque non siamo obbligati a leggere, questo in fondo dovrebbeconsolare.Tutti i media a ben vedere sembrano fatti apposta per parlare dicronaca. Per inventare, spesso, storie di cronaca. Cronaca rosa ocronaca nera. Chissà se i due ambiti in qualche modo convogliano leattenzioni dello stesso pubblico, vengono raccontati dalle stessepersone. Penso di sì, ma si potrebbe vedere un bel sondaggio per avernela conferma.Poco tempo fa, sono stato trascinato in una specie di piccolo incubo.Ho visto telegiornali, seguito approfondimenti, letto cronache estudiato numerosi retroscena di una strage, avvenuta in un piccolopaese del nord dell’Italia. Ammetto di avere un particolare interesseper i retroscena, per il discorso che scava, tutto infatti sembra svolgersi dietro un velo e nulla risulta essere evidente.Così è la ragione intima della letteratura noir, del cinema che nederiva. La fantasia degli scrittori o degli autori cinematograficimette in scena un gigantesco dietro le quinte, dove si muovonopersonaggi, spesso seriali, che seguono strade costruite intorno astrutture archetipiche del male.Il confine labile tra la letteratura, il cinema e la cronacarappresentano i termini di una contaminazione tra il reale e ilfantastico, in cui il morto sulla carta o sulla pellicola potrebbe infondo anche essere il tuo vicino di casa, mentre il morto reale instrada diventa il vero protagonista di una finzione da mettere in scenacon ricostruzioni filmate, plastici tridimensionali raffiguranti lascena del crimine, letture di brani rubate da un diario finito chissàcome nelle mani del giornalista o del presentatore di turno. Ovvio chein una simile struttura ciò che distingue il giornalismo dallaspazzatura è l’approfondimento, l’intervento del criminologo e dellopsichiatra, meglio se dotati di spirito anticonvenzionale. Così, mentreassistiamo alla intervista in diretta del malcapitato di turno, spessoun parente della vittima, mentre scaviamo nel privato delle persone,lo facciamo perché in fondo ce lo aveva suggerito Marcuse con il suoEros e civiltà. Poco importa se di quel libro si cita solo il titolo opiccole frasi fuori contesto dimenticandosi magari di leggerne anchesolo l’introduzione come forse basterebbe.Degli altri in fondo ci sembra di sapere molte cose. Chissà se questoci aiuta a sapere qualcosa di noi. Verrebbe voglia di leggere un libroin cui l’autore ci spieghi qualcosa di se stesso. Ci parli dei suoitriangoli amorosi o della morte della madre parlando della suainfanzia, mettendo in risalto le proprie ossessioni. Un autore chemetta in scena i suoi luoghi oscuri, per dirla con Ellroy. Ora in questo libro i due autori mettono su carta una disaminaapprofondita dei vari tipi di triangoli amorosi con delitto. Con tantodi libri e film che trattano dello stesso tema. Si legge tutto conavidità. Si sa tutto della Circe della Versilia. Tutto ciò che è statoscritto nei giornali del tempo. Meglio in questo caso citare i giornalilocali, i più precisi perché immersi nel luogo del delitto. E vienevoglia di saperne di più. Di fare un giro magari a Forte dei Marmi, ininverno mentre piove davanti a una villa. Poi percorrere una stradafino a un locale. Che poi è chiuso perché è bassa stagione e qui sembratutto triste e abbandonato. Chissà se questo luogo del delitto è unluogo oscuro anche per noi.
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