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Recensione : The Last Killers – Wolf Inside!

Quando si recensisce un album con notevole ritardo sulla sua data d'uscita due possono essere i motivi: 1) Il recensore, in questo caso io, possiede materialmente il disco in oggetto ma anziché ascoltarlo con attenzione lo tralascia in quanto immerso totalmente in molteplici attività ludico-sessuali. 2) Il recensore assiste ad un live della band, lo trova notevolissimo, chiede al gruppo il disco in oggetto promettendo di recensirlo in tempi umani e di inserirne una canzone nel prossimo episodio del suo podcast (a proposito sta per arrivare la 13^ avventura del Santo).

Chi conosce di persona il recensore sa quanto le sue attività ludico-sessuali siano parche e avrà capito quale delle due motivazioni sia la più pertinente,per tutti gli altri comunque l’opzione esatta è la numero 2, senza dubbio alcuno.
Ma torniamo ai Last Killers e a quando noi di InYourEyes abbiamo avuto la fortuna di ascoltarli e di conoscerli.
Il prode quartetto romagnolo ha suonato alcuni mesi or sono in quel posto triste e desolato che risponde al nome di Savona, cittadina che i volenterosi ragazzi del Rain Dogs stanno tentando di risollevare dal proprio grigiore, missione improba ma alla quale auguro tutto il bene del mondo.
Il loro show, al quale hanno assistito non più di 50 persone (40 delle quali assolutamente ignare di chi stessero ascoltando) è stato incendiario tanto che dopo pochi brani tutti, e dico tutti, i presenti dimostravano di gradire notevolmente lo spettacolo e, vi ripeto, sto parlando di persone che ignoravano, e ignorano tuttora, che qualcuno suoni quella musica senza tempo che noi chiamiamo garage.
Quanto appena narratovi dovrebbe bastarvi ad indicare la grandezza del gruppo e a consigliarvi l’acquisto di questo Wolf Inside! e di tutto quanto prodotto precedentemente dalla band,ma, dato che sono pur sempre quello che l’album ha il “dovere” di illustrarvelo, ecco cosa mi ha particolarmente colpito fra i 14 pezzi in scaletta.
Si comincia con il garage’n’roll alla Sonics di Tongue in the dirt, si prosegue con il garage rivisto in ottica eighties di I got do it nella quale un’armonica killer riporta alla mente la grandezza dei primi Sick Rose e con l’horror-garage, figlio dei B-Movie, classico dei Fuzztones di Creature; Control e Mars ricordano un po’ i Miracle Workers e un po’ i Man or Astro-man? (nella seconda sopratutto l’influenza del surf spurio della band dell’Alabama traspare in maniera preponderante), il tutto si chiude con il power-pop (molto pop e poco power) dell’ammaliante Jacob Black.
Per porre fine a questo mio profluvio di parole due piccole note a margine:
1) Sentendo suonare i Last Killers ho conosciuto la figura del “garagero”, vale a dire una versione più sfasciata dell’originale, ma egualmente credibile, di Rocky Erickson, il tutto condito in salsa romagnola.
2) Quando la band ha eseguito come bis una torrenziale versione di “Gangster story” dei fratelli De Angelis, il cantante ha chiesto al pubblico in quanti conoscessero quel brano, ovviamente nessuno lo conosceva, ed allora io avrei voluto gridare :”Io lo conosco cazzo, è una delle colonne sonore di polizziotteschi più belle che ci siano, l’ho pure messo in un podcast!”.
Ma invece che portare a termine questo mio patetico intento ho taciuto godendo estasiato del pezzo.
Che abbia fatto male o bene suppongo importo poco a chiunque.

Tracklist
01. Intro: The Invasion Of Creatures
02. Tongue In The Dirt
03. Shakedown
04. Carburator Dung
05. I Got Do It
06. Chelsea
07. The Creature
08. Tally Ho
09. Tornado
10. Fiorella With Umbrella
11. Control
12. Mars
13. Jacob Black
14. Transmission Zombie

Line-up:
TEO ESPANADA – vox & guitars
DANI BAJO – vox & bass
THE MAN – keyboards, percussions & vox
Mr. PINNA – drums, percussions

THE LAST KILLERS – Facebook

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