Quarto album per questo gruppo di St. Louis, dalla carriera ormai ventennale.
Prodotto da Steve Albini, il suono di questo ensemble si pone perfettamente nella tradizione noise math americana, inaugurata proprio dai gruppi della Dischord, una delle etichette più importanti della storia per i gruppi underground e non solo. La poetica musicale dei The Conformists è quella di destrutturare il suono, per arrivare ad un’atomizzazione della melodia, dove ogni nota è studiata e suonata in maniera quasi scientifica, per abituare l’orecchio ad una nuova musica, ad un altro mondo. La storia di questo gruppo è lunga, e gli ha permesso di crearsi un seguito molto importante e fedele, e forse al giorno d’oggi sono maggiori eredi della tradizione di gruppi come i Fugazi, anche se suona molto strano parlare di Fugazi e tradizione nella stessa frase. I sedimenti di quella che è stata la rivoluzione sonora di quasi trenta anni fa, ora è il substrato di nuove fughe in avanti nel noise math rock, questa strana creatura che viene amata od odiata in egual parte, ma certo non può lasciare indifferenti. Come non lascia indifferenti questo disco, che è forse la massima espressione per questo gruppo, che in sei canzoni riesce a sintetizzare molti dei tormenti e delle gioie umane, anche se le seconde come ben sapete sono molto più rare. Un disco certamente non semplice, ma alquanto interessante e bene amalgamato per coloro a cui piacciono queste aspre sonorità, che in un certo senso è un hardcore altro.
TRACKLIST
1.Reverse Alchemist
2.S Apostrophe Period S Period S Period Opening Parenthesis J Period B Apostrophe Period Closing Parenthesis
3.Our Baseball Careers
4.Polish Live Invalid
5.Meow
6.Hail Spraytan