Son contento di aver dedicato a Jeff di Zhoop e Loopey Scoop Tapes un Sottoscala Pandemico perché, tramite questo contatto, ho avuto modo di approcciarmi ad altre realtà piuttosto interessanti;
una fra tutte, sicuramente, la Open Palm di Chicago la cui ultima uscita, di poco succedanea al preannunciato EP di ZHOOP, è questo TETSUO dal Perù.
Chiaramente ispirato al film-capolavoro di Shin’ya Tsukamoto del 1989, ma non esattamente un tributo:
nelle intenzioni dell’autore c’è più la volontà di riflettere su cosa è successo dai giorni delle prime proiezioni del film (il mondo stava cambiando, un muro che crollava, il neo liberismo che si impadroniva, salvo rare chiazze sulla cartina geografica, dell’intero globo, la libertà spacciata come un paio di Jeans o una catena di McDonald’s che apriva i battenti nell’est Europa) a oggi:
la fusione tra tessuto vivo e metallo, da un punto di vista medico, è avvenuta; che conseguenze può avere questa conquista su altri settori dell’umano consorzio? Quello militare? Quello lavorativo? In un mondo svuotato di ideologie e riempito a forza di falsi miti, dove l’aggregazione viene confusa col consumo e i diritti del lavoratore e della lavoratrice sono un’inutile suppellettile sul quale si può soprassedere in favore del profitto, a che cosa può portare questa innovazione?
Su questo ci si interroga durante l’ascolto di questa opera divisa in due tempi che, a loro volta, si dividono in tre atti: la durata è breve (circa tredici minuti) ma l’esperienza è intensa, un inferno tecnocratico i cui ritmi e torture sono scanditi dal tichettio inesorabile della macchina programmata dal sistema per il calcolo del tempo che scandisce gli orari, sempre più dilatati ed interminabili, di produzione e decide quelli, sempre più risicati ed occasionali, di riposo.
Si decide che, ai fini di una migliore produzione e di una risoluzione più immediata della guerra , l’essere umano faccia a meno delle sue catene emotive: il sesso, la pausa, il bisogno di proteine, la necessità di svago.
L’essere umano viene fuso con la macchina: che dell’umano conservi il fisico, adatto alle gestualità richieste nel lavoro e nella lotta, ma acquisti l’insensibilità della macchina, che si allontani da quelle debolezze che lo rendono un molliccio cumulo di desideri, voli pindarici, volontà d’emancipazione e propensione all’ozio (tutto quello che lo rende simpatico insomma).
La ribellione a tutto questo è scandita da una musica sospesa tra la Techno da Rave (la cultura della liberazione totale del corpo), del Noise Industrial (la liberazione dal suono borghese) e della filosofia Anarcho Punk di gruppi come Crass e Flux of Pink Indians (la liberazione dalle catene del sistema) che fa da sottile fil rouge in questo breve ma indimenticabile viaggio nel progresso senza etica, nel consumo senza consapevolezza, nell’economia neo liberale senza freni.
Consigliato prima o, meglio ancora, durante una manifestazione per i diritti sul lavoro.
https://openpalmtapes.bandcamp.com/album/op-8-tetsuo-vac-o-existencial
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